La musica Urban è un termine generico
che comprende diversi generi musicali
derivati dalla cultura Hip Hop
come il Rap, il R&B, il Soul, il Funk, il Reggae e la Dancehall.
Questi generi hanno avuto una grande influenza sulla musica popolare,
sia dal punto di vista artistico che sociale
ed hanno dato vita a numerosi album che sono rimasti nella storia
per la loro qualità, originalità ed impatto.
In questo articolo, vogliamo presentarVi i cinque album
che, secondo Noi, hanno segnato la storia della musica Urban
e che meritano di essere ascoltati ed apprezzati
da tutti gli appassionati di musica.

The Miseducation of Lauryn Hill (1998) di Lauryn Hill

Il primo album che vogliamo citare è il capolavoro di Lauryn Hill,
The Miseducation of Lauryn Hill, uscito nel 1998.
Questo album è considerato uno dei migliori album di tutti i tempi,
non solo nella musica Urban, ma in generale
ed è stato il primo album Hip Hop a vincere il Grammy Award
come Album of the Year.
Lauryn Hill, ex membro del gruppo The Fugees,
ha dimostrato in questo album la sua straordinaria versatilità
come cantante, rapper, produttrice e compositrice
mescolando con maestria elementi di Rap, R&B, Soul, Reggae e Gospel.
L’album affronta temi
come l’amore, la maternità, la spiritualità, l’identità, il razzismo ed il femminismo
con una voce potente e sincera che trasmette emozioni profonde.
Tra le canzoni più famose dell’album
ci sono Doo Wop (That Thing), Ex-Factor, Everything Is Everything e Zion.

Illmatic (1994) di Nas

Il secondo album che vogliamo menzionare è Illmatic,
il debutto di Nas, uscito nel 1994.
Questo album è considerato uno dei migliori album Rap di tutti i tempi
ed ha rivoluzionato il genere con le sue liriche complesse, poetiche e realistiche
e con le sue produzioni innovative, affidate a grandi nomi
come DJ Premier, Pete Rock, Q-Tip e Large Professor.
Nas racconta la sua vita nel quartiere di Queensbridge, a New York,
tra violenza, droga, povertà e speranza,
con uno stile che ha influenzato generazioni di rapper.
Tra le canzoni più celebri dell’album
ci sono N.Y. State of Mind, The World Is Yours, Life’s a Bitch e One Love.

Songs in the Key of Life (1976) di Stevie Wonder

Il terzo album che vogliamo citare è Songs in the Key of Life,
il diciottesimo album di Stevie Wonder, uscito nel 1976.
Questo album è considerato uno dei capolavori della musica Soul
ed ha vinto quattro Grammy Awards,
tra cui Album of the Year.
Stevie Wonder ha scritto, prodotto e suonato
quasi tutti gli strumenti in questo album,
che è una celebrazione della vita in tutte le sue sfaccettature
con canzoni che parlano di amore, famiglia, religione, politica, razzismo e pace.
L’album è ricco di influenze musicali diverse
come il Funk, il Jazz, il Rock, il Pop e la musica africana
ed ha ispirato molti artisti successivi
come Michael Jackson, Prince, Kanye West e Beyoncé.
Tra le canzoni più famose dell’album
ci sono Sir Duke, I Wish, Isn’t She Lovely e As.

The Chronic (1992) di Dr. Dre

Il quarto album che voglio menzionare è The Chronic,
il primo album solista di Dr. Dre, uscito nel 1992.
Questo album è considerato uno dei più importanti nella storia del Rap
ed ha lanciato il genere Gangsta Rap e il sound G-funk,
caratterizzato da campionamenti di Funk, synth, bassi e voci melodiche.
Dr. Dre, ex membro del gruppo N.W.A.,
ha prodotto e rappato in questo album
che ha introdotto al grande pubblico artisti
come Snoop Dogg, Nate Dogg, Kurupt e Daz Dillinger.
L’album affronta temi
come la vita di strada, la droga, il sesso e le rivalità tra rapper
con uno stile ironico, provocatorio e divertente.
Tra le canzoni più famose dell’album
ci sono Nuthin’ but a ‘G’ Thang, Fuck wit Dre Day, Let Me Ride e The Roach.

Thriller (1982) di Michael Jackson

Il quinto ed ultimo album che vogliamo citare è Thriller,
il sesto album di Michael Jackson, uscito nel 1982.
Questo album è considerato il più venduto di tutti i tempi,
con oltre 66 milioni di copie vendute nel mondo
ed è stato il primo album a vincere otto Grammy Awards,
tra cui Album of the Year.
Michael Jackson, già famoso come membro dei Jackson 5,
ha raggiunto il suo apice artistico con questo album,
che ha mostrato la sua incredibile voce,
il suo talento come ballerino
ed il suo carisma come performer.
L’album contiene nove canzoni, di cui sette sono diventate singoli di successo,
e spazia tra diversi generi musicali
come il Pop, il Rock, il R&B, il Funk ed la Disco.
L’album ha anche rivoluzionato il mondo dei video musicali,
con il celebre cortometraggio di 14 minuti che accompagna la canzone Thriller,
diretto da John Landis.
Tra le canzoni più famose dell’album
ci sono Billie Jean, Beat It, Wanna Be Startin’ Somethin’ e Human Nature.

Conclusioni

Questi sono i cinque album che abbiamo scelto di presentarVi,
ma ovviamente ce ne sono molti altri
che meritano di essere ascoltati ed apprezzati
nella storia della musica Urban.
Speriamo che l’articolo Vi sia piaciuto e Vi abbia incuriosito a scoprire di più
su questi artisti e questi generi musicali.
Se avete dei commenti, delle domande o delle segnalazioni,
non esitate a scrivere.


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La musica è una forma d’arte
che ha il potere di emozionare, coinvolgere, ispirare ed unire le persone.
Alcune volte, però, la musica va oltre la semplice espressione artistica
e diventa un fenomeno sociale, culturale e storico.
Questo accade quando un concerto riesce a catturare
l’attenzione e l’immaginazione di milioni di persone,
a trasmettere un messaggio forte e significativo,
a rappresentare un momento di cambiamento o di rivoluzione.

In questo articolo,
vogliamo ricordare alcuni di questi concerti
che hanno fatto la storia,
che hanno segnato un’epoca
e che sono rimasti impressi nella memoria collettiva.

The Beatles – Shea Stadium, New York
(15 Agosto 1965)

I Beatles sono stati senza dubbio la band più influente e popolare
della storia della musica.
Il loro successo planetario ha raggiunto il culmine nel 1965,
quando hanno intrapreso il loro secondo tour negli Stati Uniti.
Il concerto più famoso e memorabile di questo tour
fu quello allo Shea Stadium di New York,
il primo stadio mai utilizzato per un evento musicale.
Davanti a 55.600 spettatori in delirio,
i Fab Four hanno suonato 12 canzoni,
tra cui i loro grandi successi come “A Hard Day’s Night“, “Help!” e “I Feel Fine“.
Il concerto fu registrato e trasmesso in televisione,
raggiungendo un’audience di oltre 70 milioni di persone.
Fu un evento senza precedenti,
che dimostrò il potere ed il fascino dei Beatles
e che aprì la strada a nuove forme di spettacolo musicale.

Woodstock Music & Art Fair
(15-18 Agosto 1969)

Woodstock è il simbolo della controcultura Hippie degli anni ’60,
del movimento pacifista, della liberazione sessuale
e della sperimentazione musicale.
Il festival, che si tenne in una fattoria nello stato di New York,
vide la partecipazione di oltre 400.000 persone
e di alcuni dei più grandi artisti dell’epoca
come Jimi Hendrix, Janis Joplin, The Who, Santana, Grateful Dead e molti altri.
Per quattro giorni, Woodstock fu una celebrazione di pace, amore e musica,
in contrasto con la guerra del Vietnam e le tensioni sociali.
Il festival fu documentato in un film premiato con l’Oscar,
che contribuì a diffondere il mito di Woodstock in tutto il mondo.
Ancora oggi,
Woodstock è considerato il più grande festival musicale di tutti i tempi
ed il punto di riferimento per le generazioni successive.

Queen – Live Aid, Londra
(13 Luglio 1985)

Il Live Aid fu un evento benefico
organizzato da Bob Geldof e Midge Ure
per raccogliere fondi per combattere la fame in Etiopia.
Il concerto si svolse in contemporanea a Londra ed a Philadelphia
e fu trasmesso in diretta in 150 paesi,
raggiungendo un pubblico stimato di 1,9 miliardi di persone.
Sul palco si alternarono alcuni dei più grandi nomi della musica
come U2, Madonna, David Bowie, Elton John, Paul McCartney e molti altri.
Ma la performance che rubò la scena a tutti fu quella dei Queen,
anche con soli 20 minuti di tempo.
Con la sua voce potente ed il suo carisma,
Freddie Mercury guidò la band e la folla in un crescendo di emozioni,
cantando brani come “Bohemian Rhapsody“, “We Will Rock You
e “We Are the Champions“.
La performance dei Queen al Live Aid
è considerata una delle migliori della storia del Rock
ed ha consolidato la loro fama di leggende della musica.

Pink Floyd – The Wall, Berlino
(21 Luglio 1990)

Il muro di Berlino fu il simbolo della divisione
tra Est ed Ovest durante la guerra fredda.
La sua caduta, avvenuta nel Novembre del 1989,
fu un evento storico che segnò la fine di un’epoca
e l’inizio di una nuova era.
Per celebrare questo momento, il musicista Roger Waters,
ex leader dei Pink Floyd,
organizzò un concerto spettacolare nella Potsdamer Platz,
la piazza che era stata divisa dal muro.
Il concerto fu basato sull’opera Rock The Wall“,
scritta da Waters nel 1979 ed ispirata alla sua esperienza
di isolamento ed alienazione.
Il concerto vide la partecipazione di oltre 200.000 persone
e di numerosi ospiti speciali
come Bryan Adams, Scorpions, Van Morrison e molti altri.
Durante lo show, fu eretto e poi distrutto un muro di cartone lungo 550 metri,
che rappresentava il muro di Berlino ed il muro interiore del protagonista dell’opera.
Il concerto fu un evento unico e simbolico,
che unì la musica e la storia in un messaggio di speranza e libertà.

Conclusioni

In questo articolo,
abbiamo ricordato alcuni dei concerti che hanno fatto la storia,
che hanno segnato un’epoca
e che sono rimasti impressi nella memoria collettiva.
Questi concerti non sono stati solo delle esibizioni musicali,
ma dei veri e propri eventi sociali, culturali e storici.
Hanno dimostrato il potere ed il fascino della musica,
la sua capacità di emozionare, coinvolgere, ispirare ed unire le persone.
Hanno rappresentato dei momenti di cambiamento o di rivoluzione,
dei simboli di pace, amore e libertà.
Hanno creato delle leggende e dei miti,
che ancora oggi ci affascinano e ci emozionano.
Hanno fatto la storia della musica e della nostra storia.


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Negli ultimi anni,
il panorama musicale è stato travolto da un’onda di sonorità Lo-Fi,
una vera e propria rivoluzione silenziosa
che ha conquistato milioni di ascoltatori in tutto il mondo.
Nato come sottogenere dell’Hip Hop underground,
il Lo-Fi si è rapidamente evoluto in un universo musicale a sé stante,
capace di catturare l’attenzione di un pubblico eterogeneo e trasversale.

La musica Lo-Fi è un genere musicale
che si caratterizza per la sua bassa fedeltà sonora,
ovvero per l’uso di suoni sporchi, distorti, degradati o campionati
da fonti di scarsa qualità.
Si tratta di un sottogenere dell’Hip Hop e dell’Indie Rock,
che si basa su ritmi semplici, melodie orecchiabili ed atmosfere rilassanti.
La musica LoFi è diventata molto popolare negli ultimi anni,
soprattutto tra gli studenti ed i lavoratori che la usano come sottofondo
per studiare, concentrarsi o rilassarsi.
In questo articolo vedremo cos’è la musica Lo-Fi, come è nata,
quali sono le sue caratteristiche principali e perché piace tanto.

Cos’è il Lo-Fi Hip Hop?

Il terminelo-fideriva da “low fidelity“,
che si traduce in “bassa fedeltà“.
In ambito musicale,
questa definizione indica un suono volutamente imperfetto,
caratterizzato da campionamenti grezzi, beat distorti ed atmosfere nostalgiche.
Le tracce Lo-Fi si distinguono per la loro semplicità ed immediatezza,
spesso basate su melodie orecchiabili e ritmi rilassanti.

Il termine Lo-Fi è una contrazione di low fidelity,
che in italiano significa bassa fedeltà.
Si riferisce alla qualità sonora di una registrazione o di una riproduzione musicale,
che può essere influenzata da vari fattori
come la strumentazione, la tecnologia, la post-produzione ed il supporto.
La bassa fedeltà sonora può essere intenzionale o accidentale
e può avere effetti positivi o negativi a seconda del gusto e dell’ascoltatore.
La musica Lo-Fi è quella musica che sceglie di usare la bassa fedeltà sonora
come elemento distintivo e creativo,
sfruttando i difetti, le imperfezioni e le anomalie del suono
per creare un effetto particolare.
La musica LoFi non è un genere musicale omogeneo,
ma comprende diverse correnti ed influenze,
che spaziano dall’Hip Hop all’Indie Rock, dal Jazz al Soul, dall’Elettronica al Folk.
La musica Lo-Fi ha una forte componente sperimentale ed underground
e spesso viene prodotta in modo indipendente ed amatoriale
da artisti che usano mezzi semplici e poco costosi,
come computer, sintetizzatori, campionatori, cassette, vinili e microfoni.

La musica Lo-Fi ha delle caratteristiche principali
che la rendono riconoscibile ed apprezzabile.
Una di queste è il suono sporco,
ovvero la presenza di rumori, fruscii, sibili, crepitii, distorsioni,
saturazioni, echi, riverberi ed altri effetti sonori
che danno l’impressione di ascoltare
una registrazione vecchia, danneggiata o di scarsa qualità.
Questo suono sporco può essere ottenuto in vari modi,
come usando strumenti o apparecchiature obsolete, deteriorate o difettose,
registrando o riproducendo il suono su supporti analogici come cassette o vinili,
manipolando il suono con software o hardware,
aggiungendo effetti sonori artificiali o naturali, ecc.
Un’altra caratteristica della musica Lo-Fi è il ritmo,
che è spesso semplice, ripetitivo ed ipnotico,
basato su loop, drum machine, beat e groove.
Il ritmo può essere influenzato da vari generi musicali,
come l’Hip Hop, il Jazz, il Soul, il Funk, il Reggae, l’Elettronica, il Rock, ecc.
Un’altra caratteristica della musica Lo-Fi è la melodia,
che è spesso orecchiabile, dolce, nostalgica e rilassante,
basata su armonie, accordi, campioni, sintetizzatori, pianoforti,
chitarre, fiati, voci, ecc.
La melodia può essere influenzata da vari generi musicali,
come il Pop, l’Indie, il Folk, il Blues, il R&B, il Lounge, l’Ambient, ecc.
Un’altra caratteristica della musica Lo-Fi è l’atmosfera,
che è spesso intima, calda, accogliente e confortevole,
che invita all’ascolto passivo, alla meditazione, alla concentrazione,
al relax, al sonno, ecc.
L’atmosfera può essere arricchita da vari elementi,
come suoni ambientali, dialoghi, citazioni, effetti speciali, ecc.

Le Origini del Lo-Fi Hip Hop

Le radici del Lo-Fi Hip Hop possono essere rintracciate negli anni ’90,
quando alcuni artisti underground
iniziarono a sperimentare
con registrazioni casalinghe e tecniche di produzione alternative.
Pionieri come Jinsang, Nujabes e Lofi Girl
hanno contribuito a definire il sound del genere,
creando atmosfere oniriche e malinconiche
che hanno conquistato una nicchia di appassionati.

Le origini della musica Lo-Fi sono difficili da tracciare con precisione,
in quanto si tratta di un fenomeno musicale
che si è sviluppato in modo spontaneo e parallelo
in diverse parti del mondo ed in diversi periodi storici.
Tuttavia,
possiamo individuare alcune tappe fondamentali
che hanno contribuito alla nascita ed alla diffusione della musica Lo-Fi.
Una di queste è la musica garage rock degli anni ’60,
che si contrapponeva alla musica pop commerciale
ed alla produzione musicale sofisticata dell’epoca,
usando strumenti elettrici, amplificatori, distorsori ed effetti sonori rudimentali.
Un’altra tappa importante è la musica punk degli anni ’70,
che esprimeva una ribellione sociale e culturale
attraverso una musica semplice, diretta, aggressiva e poco curata
dal punto di vista tecnico.
Un’altra fonte di ispirazione per la musica Lo-Fi
è stata la musica Hip Hop degli anni ’80 e anni ’90,
che ha introdotto l’uso del campionamento,
ovvero la tecnica di prelevare e riutilizzare frammenti sonori da altre registrazioni,
spesso di bassa qualità o provenienti da fonti diverse,
come dischi, radio, film, cartoni animati, videogiochi, ecc.
Infine, un ruolo chiave nella diffusione della musica Lo-Fi
è stato svolto da internet e dalle piattaforme digitali,
che hanno permesso agli artisti di produrre, condividere ed ascoltare
musica in modo facile, veloce ed accessibile,
senza bisogno di grandi investimenti o di intermediari.

L’Esplosione del Lo-Fi Hip Hop

Negli ultimi anni,
il Lo-Fi Hip Hop ha conosciuto un’esplosione di popolarità
grazie alla diffusione di internet e delle piattaforme di streaming musicale.
Canali YouTube come “ChilledCow” e playlist dedicate su Spotify
hanno portato questo genere ad un pubblico vastissimo,
decretando il successo di artisti come Powfu, Kupla e Crumb.

Perché il Lo-Fi Hip Hop
ha Avuto così tanto Successo?

Il successo del Lo-Fi Hip Hop può essere attribuito a diversi fattori.
Innanzitutto, la sua natura rilassante e nostalgica
offre un rifugio ideale dalla frenesia della vita quotidiana.
Le atmosfere Lo-Fi si prestano perfettamente per creare un sottofondo musicale
per studio, lavoro o semplicemente per rilassarsi dopo una giornata impegnativa.

Inoltre, il Lo-Fi Hip Hop si distingue per la sua accessibilità ed immediatezza.
La semplicità delle sue melodie e dei suoi beat
lo rende un genere facile da ascoltare ed apprezzare,
anche per chi non ha una conoscenza approfondita della musica.

La musica Lo-Fi piace tanto per vari motivi,
che dipendono dal gusto, dalle preferenze e dalle esigenze di ogni ascoltatore.
Alcuni motivi sono:

  • La musica Lo-Fi è diversa dalla musica mainstream, che spesso è troppo commerciale, banale, prevedibile ed omologata. La musica Lo-Fi offre invece una proposta musicale originale, creativa, alternativa ed underground, che si distingue per la sua personalità ed il suo stile.
  • La musica Lo-Fi è accessibile e democratica, in quanto può essere prodotta, condivisa ed ascoltata da chiunque, senza bisogno di grandi mezzi, competenze o risorse. La musica Lo-Fi è quindi una forma di espressione e di partecipazione musicale aperta ed inclusiva, che favorisce la comunicazione e la condivisione tra gli artisti e gli ascoltatori.
  • La musica Lo-Fi è adatta a vari contesti e situazioni, in quanto può essere usata come sottofondo per studiare, lavorare, rilassarsi, dormire, ecc. La musica Lo-Fi è quindi una forma di intrattenimento e di benessere musicale, che aiuta a creare un ambiente piacevole ed a migliorare l’umore, la concentrazione, la produttività, il relax, il sonno, ecc.
  • La musica Lo-Fi è affascinante e stimolante, in quanto offre una varietà di suoni, ritmi, melodie ed atmosfere, che possono suscitare emozioni, sensazioni, ricordi, fantasie, ecc. La musica Lo-Fi è quindi una forma di arte e di cultura musicale, che arricchisce l’esperienza e la conoscenza musicale degli ascoltatori.

5 Consigli da ascoltare
per apprezzare la Musica Lo-Fi

La musica Lo-Fi offre una vasta gamma di artisti, canali, playlist e piattaforme
da scoprire ed ascoltare.
Per aiutarVi ad orientarVi in questo mondo musicale,
Vi suggeriamo cinque consigli da ascoltare,
che Vi faranno apprezzare la musica Lo-Fi in tutte le sue sfumature.

  • Lofi Girl: è il creatore di musica Lo-Fi più popolare al mondo, che si può ascoltare anche in diretta, sempre con playlist diverse sul suo Canale YouTube. Il suo logo è una ragazza, disegnata in stile anime, che studia alla sua scrivania. Lofi Girl è anche presente su Spotify, Amazon e tutte le piattaforme di musica, dove potete trovare le sue raccolte di brani Lo-Fi.
  • Radio Lo-Fi Nuvole: è un’applicazione per riprodurre qualsiasi musica Lo-Fi e trovare i flussi in streaming più popolari online. L’app è stata sviluppata da musicisti esperti ed ha una valutazione complessiva di 4.8 stelle su 5. Fornisce musica senza interruzioni e senza pubblicità. La sua interfaccia è adattata all’utente e, nonostante sia semplice, è molto attraente.
  • Musica lofi per studiare e lavorare, 10 consigli (+playlist): è un articolo che Vi consiglia delle video playlist su YouTube e delle sequenze di brani su Spotify da mettere come sottofondo alle tue sessioni produttive. L’articolo Vi spiega anche la storia del successo della musica Lo-Fi Hip Hop e Vi dice dove trovare un editor grafico per creare il tuo avatar in pieno stile Lo-Fi.
  • Queste sono le 4 migliori applicazioni per ascoltare musica Lo-Fi: è un altro articolo che Vi presenta quattro app per ascoltare musica LoFi sul tuo smartphone o tablet. Le app sono: Lo-Fi Radio, Loffee, Lo-Fi Beats e Lo-Fi Music. L’articolo Vi descrive le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi di ogni app, così da poter scegliere quella che fa per Voi.
  • Musica Lo-Fi: i migliori siti ed app per ascoltarla: è un altro articolo che Vi propone una selezione di siti web ed app per ascoltare musica Lo-Fi. Tra questi ci sono: Lofi Girl, Lo-Fi Music, Lo-Fi Radio, Lo-Fi Hip Hop Radio e Lo-Fi Cafe. L’articolo Vi fornisce anche dei link utili per prodotti come cuffie o auricolari, che Vi permettono di goderVi la musica Lo-Fi al meglio.

5 Canali YouTube imperdibili
per gli Amanti del Lo-Fi Hip Hop

1. ChilledCow

Con oltre 10 milioni di iscritti, ChilledCow è il Canale YouTube di riferimento per il Lo-Fi Hip Hop. Offre una vasta selezione di live stream 24/7 con musica rilassante ed atmosfere Lo-Fi perfette per studiare, lavorare o semplicemente rilassarsi. Si è trasformato poi in Lofi Girl.

2. Lofi Girl

Famosa per la sua iconica ragazza anime che studia in camera da letto, Lofi Girl è un altro canale imperdibile per gli amanti del genere. Propone una selezione di beat Lo-Fi originali e curati, perfetti per creare un’atmosfera chill e rilassata.

3. Chillhop Music

Con oltre 2 milioni di iscritti, Chillhop Music è un canale che si distingue per la qualità e la varietà della sua proposta musicale. Offre una vasta gamma di playlist curate da artisti Lo-Fi emergenti ed affermati, perfette per ogni momento della giornata.

4. MrSuicideSheep

MrSuicideSheep è un Canale YouTube con una selezione eclettica di musica, che include Lo-Fi Hip Hop, chillhop, electronica e molto altro. Propone regolarmente nuovi artisti e brani inediti, offrendo una panoramica completa del panorama musicale lo-fi.

5. Soulection

Soulection è un’etichetta discografica indipendente specializzata in musica Lo-Fi, Soul e R&B. Il loro Canale YouTube offre una selezione di beat raffinati ed atmosfere calde e coinvolgenti, perfette per chi ama la musica Lo-Fi più ricercata.

Oltre a questi canali, vale la pena esplorare anche altri canali minori che propongono musica Lo-Fi di qualità, come “Lyra“, “Majestic Casual“, “Mello Music” e “Plasticity“. La scena Lo-Fi è in continua evoluzione e nuovi canali emergono regolarmente, offrendo una varietà di sonorità ed atmosfere per tutti i gusti.

Conclusioni

La rivoluzione silenziosa del Lo-Fi Hip Hop è un fenomeno in continua evoluzione,
che rappresenta una risposta alle esigenze di un pubblico
sempre più alla ricerca di musica autentica
e capace di evocare emozioni profonde.
Il futuro di questo genere appare radioso,
con nuovi artisti emergenti che continuano a sperimentare ed ad innovare,
aprendo la strada a nuove sonorità ed a nuove possibilità creative.

La musica Lo-Fi è un genere musicale che si basa sulla bassa fedeltà sonora,
che usa come elemento distintivo e creativo.
La musica Lo-Fi ha delle origini diverse e complesse,
che risalgono alla musica Garage Rock, alla musica Punk,
alla musica Hip Hop ed alla musica indipendente.
La musica Lo-Fi ha delle caratteristiche principali
che la rendono riconoscibile ed apprezzabile,
come il suono sporco, il ritmo semplice,
la melodia orecchiabile e l’atmosfera intima.
La musica Lo-Fi piace tanto per vari motivi,
che dipendono dal gusto, dalle preferenze e dalle esigenze di ogni ascoltatore,
come la diversità, l’accessibilità, l’adattabilità, il fascino e lo stimolo.
La musica Lo-Fi è quindi un fenomeno musicale interessante ed originale,
che merita di essere conosciuto ed ascoltato.


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Il sampling è una pratica musicale
che consiste nel prelevare una porzione di una registrazione sonora preesistente
(un campione, appunto) ed inserirla in una nuova composizione
modificandola o meno con vari effetti.
Il sampling è una forma di omaggio, di citazione, di rielaborazione,
ma anche di appropriazione, di contestazione, di provocazione.
Il sampling è una delle tecniche più usate nella musica Urban,
ma anche in altri generi come l’Elettronica, il Rock, il Pop.
Il sampling è un fenomeno culturale, artistico, tecnologico,
ma anche legale, etico, politico.
In questo articolo cercheremo di ripercorrere
la storia, le tecniche e le controversie del sampling,
attraverso alcuni esempi significativi.

Le Origini del Sampling:
il Cut-up ed il Collage Sonoro

Il sampling ha radici lontane,
che risalgono agli esperimenti dei primi pionieri della musica Elettronica e concreta,
negli anni ’40 e anni ’50 del Novecento.
In particolare, due tecniche sono state alla base del sampling:
il cut-up ed il collage sonoro.
Il cut-up consiste nel tagliare e ricombinare nastri magnetici
contenenti registrazioni sonore, creando nuove sequenze.
Il collage sonoro consiste nell’assemblare suoni provenienti da fonti diverse,
creando nuove texture.
Queste tecniche sono state usate da artisti
come Pierre Schaeffer, John Cage, Karlheinz Stockhausen,
per creare opere musicali innovative e sperimentali.

L’Evoluzione del Sampling: il Turntablism ed il Rap

Il sampling ha avuto una grande evoluzione negli anni ’70 e anni ’80,
grazie all’uso dei giradischi come strumenti musicali.
Questa pratica, nota come turntablism,
è stata sviluppata da DJ afroamericani e latinoamericani,
che hanno iniziato a manipolare i dischi in vinile,
creando effetti come lo scratch, il backspin, il beat juggling.
Queste tecniche hanno permesso di creare basi ritmiche originali,
su cui si sono innestate le voci dei rapper,
che hanno dato vita al genere musicale del Rap.
Il Rap, insieme al graffiti, alla breakdance e al DJing,
è una delle quattro componenti della cultura Hip Hop,
nata nei quartieri poveri di New York negli anni ’70.
Il rap si caratterizza per l’uso di testi parlati,
spesso di denuncia sociale o di sfida tra MC (maestri di cerimonia).
Il Rap ha fatto del sampling una delle sue principali risorse creative,
attingendo a vari generi musicali,
come il Funk, il Soul, il Jazz, il Rock, per creare nuove sonorità.

Il Sampling oggi: tra Innovazione e Polemica

Il sampling è una pratica musicale ancora molto diffusa ed in continua evoluzione,
grazie anche al progresso tecnologico che ha reso disponibili strumenti
sempre più sofisticati ed accessibili
come i campionatori, i sequencer, i computer, i software.
Il sampling è usato da molti artisti di vari generi musicali,
che lo usano per creare nuove opere originali,
ma anche per rendere omaggio ai loro maestri,
per creare dialoghi tra culture diverse, per esprimere la propria identità.
Tuttavia, il sampling è anche una pratica controversa,
che solleva questioni di ordine legale, etico, politico.
Infatti, il sampling implica l’uso di opere altrui,
che sono protette dal diritto d’autore.
Per usare legalmente un campione,
occorre ottenere il permesso e pagare una quota ai detentori dei diritti,
che possono essere gli autori, gli editori, le case discografiche.
Questo processo, però, è spesso complicato, costoso, lungo, ed a volte impossibile,
se i detentori dei diritti si rifiutano di concederli.
Inoltre, il sampling solleva questioni di ordine etico, politico, culturale.
Infatti, il sampling può essere visto
come una forma di appropriazione, di sfruttamento, di plagio,
di mancanza di originalità, di violazione della proprietà intellettuale.
Oppure, il sampling può essere visto come una forma di omaggio,
di rielaborazione, di innovazione, di espressione della libertà artistica,
di condivisione della cultura.
Queste questioni sono state al centro di numerosi dibattiti, processi, polemiche
che hanno coinvolto artisti, critici, avvocati, giudici, pubblico.

I Cinque Brani più Iconici con Sampling

– **Rapper’s Delight** dei Sugarhill Gang (1979): il primo successo mondiale del rap, che campiona il celebre riff di basso di “Good Times” dei Chic, creando una base irresistibile per le rime dei tre MC.


– **Fight the Power** dei Public Enemy (1989): un inno di protesta e di resistenza, che campiona oltre venti brani diversi, tra cui “Funky Drummer di James Brown, che contiene uno dei breakbeat più usati nella storia dell’Hip Hop.


– **Smells Like Teen Spirit** dei Nirvana (1991): il brano che ha segnato la nascita del Grunge, che campiona la melodia di “More Than a Feeling” dei Boston, trasformandola in un riff potente ed aggressivo.


– **Harder, Better, Faster, Stronger** dei Daft Punk (2001): un capolavoro di musica Elettronica, che campiona il branoCola Bottle Baby” di Edwin Birdsong, modificandolo con vari effetti ed aggiungendo una voce robotica.


– **Crazy in Love** di Beyoncé feat. Jay-Z (2003): una delle canzoni Pop più famose degli anni 2000, che campiona il branoAre You My Woman? (Tell Me So)” dei Chi-Lites, creando una base ritmica e fiati che accompagnano la voce di Beyoncé ed il Rap di Jay-Z.

Conclusioni

Il sampling è una pratica musicale affascinante,
che ha una lunga storia,
che ha dato vita ad opere musicali di grande valore,
che ha influenzato molti generi musicali,
che ha creato una cultura musicale globale.
Il sampling è anche una pratica musicale problematica,
che ha sollevato questioni di ordine legale, etico, politico,
che ha generato conflitti tra artisti,
che ha messo in discussione
il concetto stesso di autorialità, di originalità, di proprietà.
Il sampling, insomma, è una pratica musicale
che ci fa riflettere sul significato e sul valore della musica,
sulla sua funzione sociale e culturale,
sulla sua capacità di comunicare e di emozionare.


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Vediamo come nasce, come è fatto e come funziona un disco in vinile,
con il suo processo di creazione completo.
Oggi vedremo tutte le fasi, nell’ordine:

  • Mixaggio
  • Placcatura
  • Bagno Galvanico: Matrice
  • Separare Matrice e Master
  • Bagno Galvanico: Madre
  • Separare Madre e Matrice
  • Levigatura
  • Ispezione
  • Terzo Bagno Galvanico
  • Risciacquo e Asciugatura
  • Separare Stampa e Madre
  • Pressatura
  • Rifilatura

Sarà la tecnica, la storia o la combinazione di queste fasi,
ma il suono di un vinile in buone condizioni è un suono caldo, delicato e vivo.
Inutile fare classifiche su chi sia meglio tra analogico e digitale.
Sono gusti. É un suono diverso.

Che cos’è il vinile?

Vinile sta per PoliVinilCloruro o Cloruro di polivinile, un polimero plastico,
o più semplicemente, plastica.
Il materiale del vinile ha il maggior merito per la qualità di questo supporto
in confronto agli altri, oltre alla velocità di registrazione.
Un materiale che è stato il modo più pratico per distribuire il suono
fino all’arrivo del digitale.
Plastica sintetica, naturalmente, perché la chimica del vinile
comprende l’etilene e il cloruro.
Molecole che formano il DNA di un materiale economico,
durevole e facile da utilizzare rispetto alle alternative dei primi anni del ‘900,
quando è nato.
Certo, all’inizio il disco era un fanciullo senza esperienza, un po’ grezzo,
ma poi si è raffinato e perfezionato, grazie al seguente processo.

Come si fa un Disco in Vinile: le diverse fasi

1: Mixaggio

Tutto inizia da una registrazione di notevole qualità durante il mixaggio 
in sala d’incisione.
Se vuoi sapere cosa c’era prima del vinile, tra case discografiche,
fonografi e grammofoni, scopri come si registra un disco in vinile.
I suoni sono registrati dal fonoincisore, un tornio molto particolare,
su un disco laccato in guttaperca o cera (una piastra di alluminio verniciata).
Ecco il primo stadio del vinile: il master. 
Questo disco grezzo ha già i due lati incisi (side A e B).
Ti assicuro che qui ci giochiamo un buon 70-80% di cosa ascolteremo
sul giradischi di casa.
Qualità e tecnica del mixaggio servono a rendere perfetto
il delicato master principale.
Le due fasi, unite alla precisione del fonoincisore,
saranno determinanti per la qualità superiore di un disco in vinile.
Nei primi anni i dischi in cera morbida erano rivestiti di grafite;
in seguito, per le lacchesi procedeva in questo modo:

  • si spruzzava la saponina, una soluzione organica derivante dalle piante 
    che difende il disco da funghi e altri organismi
  • si risciacquavano
  • si spruzzava una soluzione con cloruro stannoso per sensibilizzare la superficie del master

La saponina ha una funzione vitale:
è la prima sostanza proteggere il vinile.
Poi il disco inciso è pulito con una tripla combinazione:

  1. ciclo automatico
  2. bagno con una speciale soluzione
  3. pulizia a mano
    (i tecnici del vinile sono persone precise e accurate, guai lasciare qualcosa al caso)

Solo quando il personale è al cento per cento soddisfatto del risultato,
passerà alla seconda fase.

2. Placcatura

Con la placcatura si riveste il master con cloruro di argento e stagno,
una bella verniciata con cui sovrapporre e unire il master allo strato metallico.

La placcatura serve a due cose, fondamentali:

  1. Uno, protegge il master dagli attacchi di qualche microscopico esercito 
    venuto a danneggiare il disco in vinile:
    agenti ossidanti, corrosivi, atmosferici e simili.
    (La vita di collezionista di vinili è fatta di delizie su giradischi,
    ma anche di battaglie contro l’ambiente esterno che potrebbe rovinare il disco. La placcatura è una fase molto delicata,
    pietra miliare della conservazione di un disco in vinile)
  2. Due, il rivestimento d’argento e stagno fa da conduttore 
    per trasportare la correnteindispensabile per la terza fase

La fase di placcatura, e il successivo bagno galvanico, sono due fasi
da tenere a mente anche in seguito,
quando elimineremo l’elettricità statica 
durante la pulizia del vinile.

3. Bagno Galvanico – Matrice (Father)

Il master si fa un bagno galvanico di 4 o 5 ore,
una vera e propria immersione che forma uno strato di nichel 
sopra il disco attraverso la conduzione della corrente elettrica 
vista nella fase precedente.

Nasce il secondo stadio del vinile: dal master abbiamo tra le mani una matrice.

Dunque, ricapitolando:

  1. prima il master, un disco in alluminio laccato e inciso in sala mixaggio
  2. poi la matrice, detta anche “father” (padre)

Dagli anni ’40 ai primi ’60 il processo era più veloce e semplice:
il bagno di nichel durava un’ora o meno, poi si ripeteva la placcatura.

Dall’inizio degli anni ’60 tutte le matrici sono realizzate con nichel solido.
Dopo il bagno galvanico la matrice è risciacquata con acqua deionizzata,
perché il sale non rovini la delicatezza del disco.
Poi si lascia asciugare la piastra.

A questo punto la domanda sorge spontanea. 
Come vengono fuori i solchi?

4. Via il metallo dal Disco:
separare la Matrice dal Master

Un particolare strumento separa il master dalla matrice (padre) 
con estrema cura e attenzione.
I mitici solchi del vinile, strette spirali dove la puntina scorrerà
per riprodurre il suono, nascono così, quasi per magia.
Ci piace pensarla in questo modo:
il disco esce di casa e si separa da suo padre.
Questa operazione crea solchi in negativo, derivati dai solchi originali del master.
La matrice è infatti detta “negativo”, per distinguerla dal “positivo” 
che è il disco originale mixato in sala incisione.
Nei primissimi anni si usava la matrice come stampo 
per le copie di vinili da vendere al pubblico.
Ma c’era bassa domanda di vinili, poche copie da fare:
per un po’ di anni era sufficiente il secondo stadio del vinile
per produrre copie sufficienti.
Negli anni ’60 l’industria musicale esplose definitivamente,
l’uragano Beatles fu solo l’inizio delle danze,
l’effetto domino fece schizzare in alto la domanda.
Per riempire i negozi non si poteva di certo usare solo la matrice.
Il rischio di rovinare il disco era altissimo.
Ecco perché gli addetti ai lavori hanno aggiunto un altro passaggio al processo.

5. Bagno Galvanico (2): Madre

Con una speciale macchina si spruzza sulla matrice una pellicola che ha due funzioni:

  • permette la conduzione di elettricità (di nuovo)
  • evita che i due strati di nichel si sovrappongano

Il disco allora ripete un secondo bagno galvanico di nichel.
La matrice è usata come catodo, grazie al passaggio precedente,
e l’elettricità fa crescere il nichel sulla sua superficie.
A questo punto abbiamo un gemello del disco master
e dunque una copia del disco originale.
Questa nuova piastra, il terzo stadio del disco in vinile
è detta madre, in inglese positive.

Placcatura, risciacquo e asciugatura

Anche la madre, come la matrice (father), è sottoposta al mini-processo:

  • placcatura per un paio d’ore
  • risciacquata con acqua demineralizzata
  • asciugata

Perché questa nuova piastra è così importante?
Perché la madre è un moltiplicatore di stampe (i veri vinili).
Vuol dire che nella successiva fase di stampa ci vorrà una madre 
per creare una serie di stampe, che poi saranno i veri dischi in vinile
da distribuire al pubblico.

Le stampe sono come i figli della madre.
Forse la madre si chiama così proprio per dà vita a tanti vinili.

E il concetto è semplice:
ci vuole più di una stampa (molti dischi madre), 
in fase di produzione, per generare grandi volumi di vinili.

Questo non sarebbe possibile passando direttamente dal negativo (father) 
alla stampa per via della fragilità del primo stadio (ancora grezzo, primordiale)
del vinile che non è ancora un vinile.

6. Separare la Madre dal…figlio

Al termine del secondo bagno galvanico
si lascia asciugare la nuova piastra
Matrice madre si separano con la stessa tecnica usata per separare,
in precedenza, il master dalla matrice.

7. Levigatura

E ora andiamo dritti verso i vinili che tutti noi ascoltiamo.
La madre è passata in una particolare levigatrice.

Al tempo stesso una persona leviga con cura e precisione le eventuali
(e abbastanza naturaliimperfezioni sulla superficie,
altra fase delicata e importante per evitare fastidi durante l’ascolto,
interferenze e altro.

Ah, un’altra cosa.
Questo procedimento ha il suo fascino ed è il segreto della bellezza
di un disco in vinile, ma come tutto ha le sue controindicazioni.
I vari bagni galvanici possono aggiungere al disco 
qualche informazione sotto forma di lieve rumore.
Questi lievissimi difetti sono il marchio di fabbrica del vinile:
il tipico suono caldoavvolgente, originale e di solito non perfetto.
A noi piace così.

8. Ispezione

L’ispezione della piastra madre è un vero e proprio controllo qualità, per due motivi:

  1. controllare al microscopio che fino a quel momento il processo
    sia avvenuto a regola d’arte.
    Se la risposta è negativa, il disco è scartato
  2. ascoltare il disco per eventuali, piccoli o grandi difetti o imperfezioni di suono. Una fase da sballo, il primo vero ascolto di un disco in vinile

Se pensiamo che già in queste prime fasi il disco (ancora grezzo) passa sotto la lente di un microscopio, immaginiamo facilmente il livello di qualità di un vinile.
Le persone e i tecnici del suono creano qualità con le mani, gli occhi e le orecchie.
Ispezionano minuziosamente solo al terzo stadio,
dopo aver protetto la piastra a suon di placcature e bagni galvanici.
Il livello raggiunto verrà fuori in tutto il suo splendore
quando il tuo LP girerà nel giradischi.

9. Un altro Bagno Galvanico

Altro giro, altra corsa, si ripete il processo che ormai conosciamo:
se la madre supera il test di qualità:

  • è rivestita con una pellicola
  • ancora in un bagno galvanico di nichel

Se non supera l’esame è scartata e il processo va avanti senza quel disco.
Questo è in genere l’ultimo bagno galvanico e il suo obiettivo
è aumentare lo spessore del disco per il successivo processo di stampa.
Manca poco per realizzare dischi in vinile in PVC che tutti conosciamo.
La terza piastra rivestita di nichel andrà sotto pressatura, 
ma solo dopo un altro giretto di placcatura (rivestimento).

10. Sciacquo e Asciugo

Ormai lo sappiamo: dopo un bagno di nichel bisogna 
sciacquare e asciugare ben bene.

11. Separare la Stampa dalla Madre

Con lo stesso procedimento di prima
si separa la madre dal disco usato per la stampa.

Poi si procede a:

  • Ispezionare la stampa
  • Avvolgere il disco con una pellicola
  • Con una fustella si taglia un po’ di pellicola dal centro,
    dove ci sarà il foro centrale del disco in vinile

Lucidatura del disco

In seguito, il dietro della stampa è lucidato con delle smerigliatrici 
di diverso tipo: ruvida, meno ruvidamedia fine.
La lucidatura permette alla stampa di essere un buon conduttore di calore 
per la seguente fase di pressatura.
Prima della pressatura si crea il foro centrale del disco,
concentrico rispetto ai solchi del disco, per il lato A del disco in vinile.
La stessa procedura, quando la stampa è separata dalla madre, sarà fatta per il lato B.
Ci siamo, ragazzi: preparate le etichette. Si va alla pressa.

12. Pressatura

Gli stampi definitivi, assieme alle etichette, sono sottoposti a pressatura. 
Le forme della pressa sono composte da labirinti di tunnel 
dove aria bollente e freddissima mantengono la temperatura
della pressa in perfetto equilibrio.
Prima della pressatura ci sono altri importanti azioni,
necessari per ottenere un grande risultato finale.

Alimentare il vinile: PVC

Un silo della pressa, attraverso una pompa,
risucchia dei granuli di cloruro polivinilico.
Il vinile grezzo è riscaldato a 140°-150° C,
a formare un piccolo disco molto leggero.
É posizionato in centro alla pressa con le etichette della casa discografica
fissate sopra e sotto.
È arrivato il momento:
la pressa a caldo, con una pressione di varie decine di tonnellate,
preme il vinile grezzo per dargli la classica forma di disco imprimere i solchi.
Dopo la pressatura, il vinile è immerso in un bagno con acqua fredda, 
per raffreddarlo.

13. Rifilatura

Si rifilano i bordi, in questo momento irregolari e discontinui, del disco in vinile.
Il disco è quasi…in perfetta forma.

Ovviamente inseriamolo in copertina!

Ed ecco che il disco in vinile è inserito in una copertina quadrata
(prima dentro una busta per proteggere il disco).
Tra tutte le operazioni che abbiamo visto sembra la più banale,
ma non lo è affatto.
La copertina di un disco in vinile può nascondere un mondo.
É come un’opera d’arte, un quadro che contiene un semplice disco di plastica,
ma mille volte più prezioso.

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