Parlando con le persone profane al mondo della produzione,
si intuisce come l’idea più diffusa sul campionamento,
con l’utilizzo del campionatore, renda tutto più semplice
perché “non devi studiare la musica,
fa tutto il computer quindi non sei un musicista vero
“.

Sappiate che non è così, perché dal punto di vista tecnico,
il fatto di estrapolare un “campione” da una canzone
invece di suonare una parte inedita con uno strumento,
non vi solleverà dalla necessità di conoscere concetti basici
come tonalità, bpm, armonia
ed il campionatore è a tutti gli effetti uno strumento musicale
che per essere usato va studiato esattamente come una chitarra o un piano.

Dal punto di vista creativo poi,
per effettuare campionamenti efficaci e soprattutto non banali,
dovrete ascoltare musica di tutti i generi ed ascoltarne in continuazione
ed ascoltarla con il telefonino in mano,
per annotare ossessivamente il minuto ed il secondo esatto
in cui fissare il “punto di cue”.

Un lampante esempio di ecletticità nella scelta del campionamento
è il brano (Always be my) Sunshine di Jay-Z ed uscito il 16 Settembre 1997,
secondo singolo estratto dall’album In my Lifetime Vol. 1 per Roc-A-Fella Records:
il buon Jay per questo brano ha virtualmente viaggiato nello spazio e nel tempo:
Maggio 1978, i Kraftwerk,
gruppo elettronico tedesco pioniere dell’altra tecnica innovativa per fare musica,
la sintesi sonora, escono per King Klang Records,
in collaborazione con Columbia Records,
con un album che cambierà letteralmente il modo di fare musica
e che all’interno ospita il brano The Man-Machine,
il quale oltre a dare il nome all’album stesso,
regalerà a Jay-Z l’occasione di sfornare l’ennesima hit planetaria,
pescando però da un serbatoio totalmente inesplorato dai rapper
che fino a quel momento si erano limitati a depredare il Funky Soul degli anni ’70.

La passione di Jay-Z per la musica elettronica tedesca non finisce lì:
c’è un’altra prova evidente e, s’intitola Young Forever
estratto come terzo singolo dell’album The Blueprint 3 (solo per l’Europa) nel 2010
su Roc Nation.


Questo brano, infatti è “figlio” di Forever Young,
uscito nel Settembre 1984
come terzo singolo estratto dall’omonimo album degli Alphaville,
giovane gruppo New Wave.

Il compressore è un processore che agisce sulla dinamica di un segnale audio, intervenendo in attenuazione sui picchi massimi del segnale.
In parole semplici, il processore agisce riducendo l’ampiezza
di una porzione di segnale che supera una certa soglia (impostata).
Riducendo i picchi massimi del segnale, ma lasciando inalterato il livello in dB,
i picchi minimi saranno più udibili,
in questo modo la dinamica del segnale risulterà ridotta.
La finalità di questo strumento non è solo di comprimere la dinamica del segnale,
ma anche quella di “enfatizzare” i dettagli del suono
nascosti nei picchi minimi del segnale.
Il compressore agisce in base al livello di tensione in ingresso,
può lavorare in due modalità diverse:

Peak:
Il compressore ha una risposta ai picchi di segnale,
quindi lavora esattamente in base all’ampiezza del segnale in ingresso.

RMS:
Il compressore ha una risposta al RMS (Root Mean Square),
quindi lavora in base al valore efficace (≅70% dei picchi),
quindi ha un andamento che produce meno scatti.

Andiamo ora ad analizzare e comprendere i parametri principali del compressore.

THRESHOLD (SOGLIA)
Si esprime in decibel (dB).
E’ il parametro che ci permette di decidere la soglia sopra la quale
il segnale inizia ad essere attenuato, quindi compresso.
Sotto la threshold non avviene nessun intervento, il segnale rimane invariato.
Più il valore della threshold è basso e più ci sarà intervento
da parte del compressore sul segnale.

RATIO (RAPPORTO)
Si esprime con un rapporto N:1.
E’ il parametro che agisce sulla quantità di riduzione di ampiezza
al di sopra della soglia.

Alcuni valori tipici sono:

1:1 Non c’è compressione (bypass).
2:1 Il valore di ampiezza (dB) viene dimezzato.
(es. il segnale supera la soglia di 10 dB, quindi verrà attenuato a 5 dB sopra la soglia)
3:1 – 4:1 Il valore di ampiezza viene attenuato di 2/3 – 3/4.
(es. rapporto 3:1, il segnale supera la soglia di 3 dB,
quindi verrà attenuato di 2 dB, l’attenuazione risultante è di 1 dB sopra la soglia
)
≥10:1 Il compressore si comporta quasi come un limiter.
∞:1 Attenuazione massima, il segnale non va oltre la soglia (limiter).
In linea di massima, più è alto il valore N del rapporto
e più sarà “pesante” l’intervento.

Il valore della ratio ci da la curva di compressione.

GAIN MAKE-UP (GUADAGNO)
Si esprime in decibel (dB).
Generalmente chiamato Output,
è il parametro che permette di regolare il guadagno sul livello del segnale in uscita.
Permette di recuperare gli eventuali dB persi nell’intervento di compressione,
dando modo di riportare al livello in ampiezza originale il segnale audio trattato.

ATTACK (ATTACCO)
Si esprime in millisecondi (ms).
E’ il parametro che permette di impostare il tempo in cui,
dopo che il segnale supera la soglia,
il compressore passa dal rapporto (ratio) 1:1 al rapporto impostato (N:1).
Ritardando l’intervento del compressore vengono mantenuti i transienti istantanei
(Attack dell’ADSR), in modo che questo picco iniziale non venga attenuato,
iniziando ad agire successivamente,
attenuando progressivamente il segnale sopra la soglia.
E’ molto utile nel caso di compressione delle percussioni,
caratterizzate da transienti istantanei molto veloci.
In parole semplici, tramite l’attack,
viene impostato un ritardo sull’intervento del compressore.

RELEASE (RILASCIO)
Si esprime in millisecondi (ms).
E’ il parametro che permette di impostare il tempo in cui,
dopo che il segnale scende sotto la soglia,
il compressore passa dal rapporto (ratio) impostato (N:1) al rapporto 1:1.
E’ utile per controllare l’ampiezza della coda del segnale,
omogeneizzandola all’azione del compressore sopra la soglia di intervento.

KNEE (CURVA DI COMPRESSIONE)
Si esprime attraverso un numero N.
E’ il parametro che permette di scegliere l’inclinazione della curva di compressione.
In pratica permette di rendere l’intervento del compressore più “dolce” o più “duro“.
Se la curva è dolce (Soft Knee), più sarà l’intervento del compressore graduale, iniziando l’intervento prima che il segnale raggiunga la threshold (soglia) impostata,
rendendo i risultati più naturali.
Se la curva è dura (Hard Knee) l’intervento del compressore è istantaneo
dalla threshold impostata,
rendendosi utile in casi in cui si hanno transienti molto veloci.

STRUTTURA DEL COMPRESSORE
In maniera generale possiamo strutturare il compressore per blocchi:
VCA: è il modulo che effettua la compressione.
Detector: è il circuito che analizza i picchi di segnale,
riconoscendo quali sono quelli che superano la threshold (soglia),
inviando un segnale di controllo al VCA per la compressione.
Gain Make-Up: è il modulo che permette di effettuare un guadagno
sul segnale in uscita, recuperando i dB persi durante la compressione.

PERCORSO DEL SEGNALE
Il segnale in ingresso al compressore viene separato (split) e inviato al detector,
che analizza il segnale sopra la soglia, e al VCA.
Il detector comanda il VCA che comprimerà il segnale in base ai parametri impostati.
Successivamente il segnale in uscita dal VCA andrà al Gain Make-Up
che amplificherà il segnale in uscita in base al parametro impostato.
In alcune tipologie di compressore obsolete il segnale in ingresso non viene splittato,
ma inviato al detector direttamente dal VCA (Feed-Back).

KEY INPUT
Il Key Input è un ingresso, attivabile da un interruttore on/off,
posto nel percorso che va al detector.
Inserendo una sorgente diversa nel detector è possibile far lavorare il compressore
secondo il livello della sorgente esterna e non più della sorgente in ingresso.
Un chiaro esempio di utilizzo è quello della compressione del basso
in base alla cassa (Kick) della batteria.
Spesso i due segnali, aventi frequenze simili, si sovrappongono.
Quindi viene compresso il segnale del basso in base al livello del segnale della cassa,
rendendo il mix risultante più distinto.

SIDE-CHAIN
Il Side-Chain è un’ingresso insert posto nel percorso che va al detector.
E’ un ingresso Insert che permette di deviare (send) il segnale inviato al detector
in un processore esterno, per poi farlo tornare (return) verso il detector.
In questo modo si riesce a trasformare il segnale originale inviato al detector.
Questo metodo è molto utile nel caso in cui si vuole comprimere
solo una certa banda di segnale, utilizzando un processore di spettro
che filtra il segnale, lasciando invariata la banda da trattare.
Oppure enfatizzando una certa banda,
portandola sopra la soglia per comprimere solo quella (es. De-Esser).
Può essere anche utilizzato come Key Input inserendo solo la sorgente nel return.

TIPI DI COMPRESSORE
In base alla tecnologia utilizzata per i circuiti interni,
esistono varie tipologie di compressore.
La scelta del tipo di compressore da utilizzare va dalla componentistica
al “colore” del suono risultante,
passando per parametri come velocità, larghezza di banda e fedeltà
(naturalezza) del risultato.

Vediamo i più caratteristici cercando di analizzare le differenze.

VCA
Nei compressori VCA il segnale passa attraverso dei circuiti a stato solido (transistor).
E’ la tipologia di compressori più diffusa per via di un basso costo
ed occupano poco spazio,
pur mantenendo una qualità, velocità e larghezza di banda ottima.

FET
I compressori FET sono molto simili ai VCA,
il segnale viene trattato sempre da transistor,
ma da una particolare tipologia chiamata FET (Field-Effect Transistor).
La caratteristica che li distingue dai VCA è la velocità di risposta,
molto più veloce, che li rende adatti a segnali audio
con transienti molto veloci (percussioni).

VALVOLARI
In questo caso, nei compressori valvolari, al posto dei transistor,
vengono utilizzate le valvole.
La valvola è l’antenato del transistor, infatti è una tecnologia alquanto datata,
ma che viene mantenuta ed utilizzata sopratutto per il “colore
che le valvole danno al segnale risultante.
La “pecca” è che sono molto ingombranti.
I modelli di compressori valvolari variano anche
per il numero di valvole poste nel circuito.
La velocità risposta del compressore è molto lenta,
infatti non sono adatti a segnali con transienti veloci.

OPTO
L’azione del compressore Opto non è data dal segnale audio in ingresso
come per gli altri, bensì dall’intensità di luce in ingresso.
Capiamo meglio:
l’intensità del segnale in ingresso viene convertita in segnale luminoso
emesso da un LED e captato da un fotoresistore o fotodiodo.
L’intensità della luce emessa dal LED è proporzionale all’intensità del segnale audio.
Quindi, più luce riceve il fotoresistore o il fotodiodo,
più il segnale in uscita viene compresso.
La velocità di risposta del compressore Opto è molto dolce (Soft Knee),
rendendo la compressione più naturale.

CONCLUSIONI
A questo punto dovresti conoscere ogni dettaglio di un compressore,
quindi puoi iniziare ad usarli avendo piena coscienza di cosa stai facendo.

Spero che questo articolo ti possa essere stato d’aiuto.
Se ti sono venute in mente delle domande, scrivici nei commenti!

La composizione ha una funzione importante all’interno della musica.
E’ il pilastro su cui costruire tutto il resto.

Comporre è una dote innata, che va coltivata e sviluppata nel tempo.
E’ importante avere una base teorica e conoscere la musica, i grandi compositori,
i grandi cantautori che hanno fatto la storia.
Ma poi bisogna mettere in pratica tutto il sapere attraverso la composizione,
tirando fuori quello che abbiamo dentro in quel momento della nostra vita.

Quindi studia e metti in pratica quello che impari.
Lasciati ispirare dal lavoro creativo di altri artisti,
ma poi trova la tua dimensione
Cresci come artista, mettendoti in gioco e sviluppando la tua creatività.
Una buona base sui libri di composizione musicale è un ottimo punto di partenza.
Di seguito, te ne consigliamo alcuni molto interessanti,
sia per la composizione classica che moderna.

Libri sulla composizione musicale

1) “La Melodia Popular:
Analisi, Sviluppo e Armonizzazione della Melodia nel Jazz, Pop, Rock…
di Alfonso Girardo

2) “Fondamenti di composizione.
Comprendi la musica quando la fai
di Paolo Teodori

3) “Armonia, analisi e composizione
di Andrea Cappellari e Irlando Danieli

4) “Elementi Di Composizione Musicale
di Arnold Schönberg

5) “Contrappunto e composizione
di Felix Salzer e Carl Schachter

6) “Teoria e pratica della composizione.
I grandi compositori come maestri e come allievi
di Alfred Mann

7) “Metodo di armonia e composizione musicale
di Santino Cara

8) “Elementi di Composizione per Didattica della Musica
di Francesco Villa

Per allestire il tuo Home Studio Recording
c’è bisogno di tanta pazienza e tanta forza di volontà.
La creazione richiede tempo per capire
quali sono gli strumenti più adatti alle tue esigenze, per capire come strutturarlo,
come creare un ambiente su misura per te, accogliente,
professionale per poter registrare la tua musica.

Avere una stanza che “suona bene” è essenziale per poter registrare la propria musica, per non avere l’effetto contrario, cioè un suono sgradevole.
Oggi abbiamo tutti i mezzi necessari
per poter creare uno studio di registrazione in casa.
Ma dobbiamo anche rendere consono l’ambiente sonoro,
per registrare e produrre canzoni al meglio.

Bisogna fare in modo che ci sia meno rumore possibile,
bisogna eliminare o allontanare i dispositivi elettronici
che fanno un rumore costante, evitare lo sporco acustico.

Cosa serve per allestire un Home Studio Recording?
E’ indispensabile che tu abbia:
Computer
Programma di musica
Scheda audio
Microfono
Cuffie
Monitor da studio

Avrai sicuramente un computer.
Parti da quello…poi se nel tempo diventerai abbastanza bravo a registrare musica allora potrai optare qualcuno più costoso,
ottimo per fare musica con un audio migliore, come i computer della Apple.

Puoi scegliere tra numerosi programmi di musica, in base alle tue preferenze,
per registrare, editare e mixare la tua musica sul tuo computer:
Logic
Cubase
F.L. Studio
Pro Tools
Ableton Live
Reaper


La scheda audio è l’hardware usato per connettere il proprio computer
con il resto della propria strumentazione.
Quando cantiamo o quando suoniamo il nostro strumento
emettiamo un suono, un segnale audio.
Questo segnale audio il computer non lo comprende,
perchè usa un altro linguaggio, quello digitale.
Quando vogliamo registrare una voce, una chitarra, un basso
all’interno del nostro software musicale dobbiamo cambiare linguaggio
e per farlo abbiamo bisogno di un traduttore.
La scheda audio o l’interfaccia audio svolge proprio questo ruolo.
In genere, i computer hanno già un’interfaccia audio,
ma è pensata per funzioni piuttosto semplici,
come ascoltare musica o guardare un film, e non per produrre musica.
Per questo bisogna averne una di miglior qualità
ed è consigliabile comprare una scheda audio esterna.
Tra le schede audio più utilizzate c’è sicuramente quella del marchio Scarlett, Focusrite Scarlett 2i2 3rd Gen.
Leggi il nostro Articolo
Le migliori schede audio economiche per Home Studio“.

Microphone in recording studio

Un microfono riprende la tua voce, tutto quello che accade intorno a te.
Il microfono a condensatore è molto più sensibile
e quindi riprenderà anche i minimi rumori.
Il microfono dinamico può essere consigliato se non hai l’ambiente giusto
per registrare (stanza insonorizzata ecc).
Esso ha una membrana che oscilla meno,
di conseguenza andrà a raccogliere meno disturbi,
meno suoni intorno a te.
Ecco perchè sono molto utilizzati per i live.
Il modo per insonorizzare il più possibile un microfono a condensatore
è comprare quelle gabbie insonorizzanti
che si collegano direttamente all’asta del microfono.
Se puoi insonorizzare la tua stanza per evitare i rumori di fondo,
meglio optare per un microfono a condensatore,
altrimenti è meglio iniziare con un microfono dinamico.

Pro di un microfono dinamico:
resistenti agli urti e alla pressione sonora
– non hanno bisogno di essere alimentati
economici
Contro:
meno dettagliati
meno fedeli per quanto riguarda il suono

Pro di un microfono a condensatore:
– molto più sensibili e dettagliati
– molto fedeli per quanto riguarda il suono
Contro:
– stare attenti a quanta pressione sonora può supportare il nostro microfono
– più costoso e più delicato

Tra i migliori microfoni:
Rode Microphones – NT1A
Shure Shure SM7B
Leggi il nostro Articolo
I migliori microfoni per Home Studio“.

Le cuffie di qualità ti permettono di sentire nel migliore dei modi
il suono della tua creazione.
Ci sono tre tipologie di cuffie adatte per il tuo Home Recording Studio,
quelle aperte, semi aperte e chiuse.
Le cuffie chiuse hanno i padiglioni chiusi che impediscono la fuoriuscita di suono,
di conseguenza sono ottimi per essere utilizzati nella fase di registrazione
di tutti gli strumenti, voce, batteria, chitarre ecc.
La capacità di trattenere il suono
e non farlo uscire le rende sconsigliate
per compiere attività di Mixing o di Mastering.
Questo perchè il suono che viene restituito dai padiglioni
non è propriamente naturale
e molto spesso enfatizza la gamma delle basse frequenze.
Al contrario, le cuffie aperte sono utilizzate nella fase di Mixaggio
proprio perchè permettono la fuoriuscita del suono,
il quale risulta più naturale
e fornisce una resa sonora migliorata.
Non possono essere utilizzate per la registrazione,
perchè tutto il suono che fuoriesce dai padiglioni
rientrerebbe all’interno dei nostri microfoni e all’interno delle nostre registrazioni.
Le cuffie semi aperte si collocano nel mezzo,
a seconda dei modelli potremmo avere delle cuffie un pò più isolate o meno isolate.

Alcune cuffie che potrebbero interessarti:
AKG K712 PRO
Beyerdynamic DT 990
Audio-Technica M50x
Sony MDR-7506
Leggi il nostro Articolo
Le migliori cuffie da avere in Home Studio“.

Hai bisogno di monitor che suonano bene nella stanza in cui ti trovi,
quindi non sottovalutare il trattamento acustico di quest’ultima.
Se hai una stanza piccola meglio optare per monitor piccoli,
se hai una stanza grande puoi valutare di acquistare monitor di grandi dimensioni.
Per concludere, possiamo fare una distinzione tra:
Monitor Passivi, cioè altoparlanti non alimentati.
Per alimentarli è necessario un amplificatore dedicato.
Monitor Attivi, all’interno presentano un’alimentatore.
Di solito negli studi di registrazione si utilizzano quelli di tipo attivo,
considerati più comodi e ottimizzati
per ottenere una miglior risposta in frequenza.
Ecco una lista di Monitor da Studio:
PreSonus Eris E3.5
Mackie CR4-X
Yamaha HS Serie
KRK Rokit RP7 G4

Se sei un musicista sai quanto la qualità audio conta nell’ascolto della tua musica.
Vuoi che l’audio sia fedele, e che sia più vicino possibile all’originale.

Le cuffie da studio, sono adatte proprio per offrire un’ottima qualità audio,
ed essendo professionali, sono adatte per la produzione musicale.

Ma prima di mostrarti una lista di cuffie da studio,
è giusto avere qualche conoscenza in più,
per avere una visione d’insieme e saper scegliere quella più giusta per te.

Ci sono diversi parametri da tenere in considerazione.

1) La capacità di isolamento dal rumore.
Più il grado di isolamento è alto, più si sente bene il suono anche in luoghi rumorosi;

2) La sensibilità.
Il suo indicatore sono i decibel e in sostanza ti permette di valutare la pulizia
del suono ad alto volume;

3) Le dimensioni.
Se le cuffie sono grandi o piccole non influiscono sulla qualità del suono,
ma di sicuro sulla comodità.
Le cuffie di grandi dimensioni alla lunga possono risultare molto fastidiose.
Ma comunque, quelle da studio vanno bene per la loro efficacia nell’ottimo suono.

Possiamo fare una distinzione:

Le Cuffie in-ear sono gli auricolari che inseriamo all’interno delle orecchie.
Ovviamente sono molto piccole, maneggevoli e adatte per portarle in giro.

Le Cuffie on-ear si poggiano sulle orecchie.
Sono di piccole dimensioni e sono abbastanza leggere.
In genere, i costi sono accessibili, ma non eliminano totalmente i rumori dall’esterno.
Sono facilmente trasportabili. Per un ascolto intimo sono più indicate
a casa o in luoghi non troppo rumorosi.

Le Cuffie Over-ear avvolgono completamente le orecchie.
Sono di grandi dimensioni, pesanti e alla lunga possono stancare per il troppo peso.
Offrono un suono limpido, e un grado di isolamento alto (dai rumori esterni).
Sono più costose, ma in cambio offrono un’ottima qualità del suono.

4) L’impedenza.
Questo parametro, indica la resistenza che il suono incontra
prima di uscire dalla cuffia.
Più sarà alto il grado di impedenza, più sarà alta la qualità del suono.

Cuffie chiuse, semi aperte e aperte

Cuffie chiuse: queste cuffie ti offrono la percezione
di un grado maggiore di isolamento, sei in grado di sentire i riverberi,
le basse frequenze, anche se poi non sono fedeli al suono originale.
Quindi sono adatte se sei in un ambiente rumoroso
e quindi hai bisogno di estraniarti per ascoltare la tua musica.

Il problema è che alla lunga iniziano a diventare fastidiose, perchè possono affaticarti.
Quindi, meglio utilizzarle per un piccolo lasso di tempo.

Cuffie aperte: le cuffie aperte non favoriscono un alto grado di isolamento,
ma sono più comode da tenere per un lungo periodo di tempo
e tendono a offrire un suono più fedele all’originale.

Cuffie semi aperte: sono il giusto compromesso tra il grado di isolamento
che vuoi avvertire, il comfort nel tenerle e il suono più fedele all’originale.

Le migliori cuffie da studio

1) AKG K271 MKII Cuffie da Studio Professionali
Sono cuffie chiuse e over-ear, di grandi dimensioni,
pronte ad offrire un ottimo suono.

2) Beyerdynamic DT 770 PRO 250 Ohm Cuffie da Studio
Cuffie On-Ear, molto comode e di media dimensione.

3) Audio Technica ATH-M50X Cuffie professionali per il monitoraggio.
Le Cuffie On-Ear di Audio Technica sono una garanzia.

4) OneOdio Pro 10
Queste cuffie hanno il giusto mix tra qualità e prezzo.
Con padiglione morbido e lussuosamente imbottiti
sono specificamente progettate per il massimo comfort
e isolamento del rumore della cuffia monitor.
L’archetto è regolabile ed estensibile,
in modo da poter trovare l’angolo desiderato che più ti piace.
Il design è elegante e la qualità audio è di fascia alta.
Ottime per lo studio di registrazione.

5) Sennheiser HD 280 Pro Cuffia Professionale
Cuffie da studio, over-ear di ottima qualità.

6) Sony MDR-7506 Cuffie Stereo, Dinamiche Professionali
Cuffie da studio, chiuse.

7) Shure AONIC 50 Cuffie Wireless con Cancellazione del Rumore
Cuffie senza fili Bluetooth, da studio, Over-Ear.