Generazione Z: Lo Slang

Lo slang, linguaggio principalmente orale,
solitamente è utilizzato in contesti informali
che prendono forma principalmente negli States
attraverso la continua trasformazione dell’inglese americano di uso comune.
Lo slang nasce come lingua da strada,
ma con il tempo si è riversato anche nella lingua scritta,
finendo per sviluppare delle vere e proprie forme alternative
alla scrittura di parole comuni.
Ogni lingua vede nascere e svilupparsi un proprio slang
e le nuove generazioni finiscono per impossessarsi
di quello delle generazioni precedenti
modificandolo e arricchendolo a propria volta,
con la costante creazione di neologismi e nuove espressioni.

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La Generazione Z, coloro che oggi hanno un’età tra gli 11 e i 25 anni,
rappresentano un numero notevole di giovani cittadini
che già influenzano le strategie delle imprese
e che saranno coloro che dovranno contribuire a creare e gestire
il futuro del nostro Paese.
L’adolescenza di questa generazione è stata la prima
ad attraversare l’epoca dei social network
– cosa che i Millennials hanno conosciuto soltanto in età adulta
ed è caratterizzata da differenze comportamentali
che la distinguono nettamente dalle generazioni precedenti.
Gli ambiti preferiti da cui i giovani prendono nuovi spunti
sono sicuramente la musica, il web, il mondo dei videogiochi
e quello anglosassone in generale.
La Generazione Z non pensa come pensavano gli adulti
quando erano loro gli adolescenti
e non fanno neppure quello che facevano loro, una volta.
Sono soggetti che vivono un mondo profondamente diverso
e come tali vanno scoperti, si identificano nel proprio gergo a tal punto
che usano le “nuove parole” non solo quando si trovano con i propri coetanei,
ma anche nelle situazioni più formali, ad esempio a scuola con i docenti,
o al cospetto dei genitori.
Il gergo utilizzato dai ragazzi online infastidisce molti adulti,
eppure è un “laboratorio” costante e creativo di neologismi
e piccole rivoluzioni linguistiche.
La Generazione Z, ha dei modi di dire propri,
nati negli ultimi anni oppure importati da altre parti del mondo,
che si evolvono e cambiano anche in brevissimo tempo.
Si tratta di espressioni provenienti da settori diversi,
motivo per cui spesso risultano poco comprensibili alle generazioni più adulte.
La mente dei più giovani,
soprattutto in una fase di ribellione generale come l’adolescenza,
è libera dai preconcetti sociali e dalle abitudini culturali
e riesce tranquillamente ad inventare una propria lingua,
il proprio vocabolario.

Vediamo insieme alcuni dei termini più comuni utilizzati dalla Generazione Z
e come riescono ad influire sul contesto sociale attraverso i significati delle parole.
Quando qualcuno viene definito “Boomer
gli è appena stato notificato che ha fatto o detto qualcosa
che lo identifica nella generazione dei “baby boomer”, ovvero “da vecchio”.
Boomer nel linguaggio comune sono anche le persone
semplicemente un po’ all’antica, che non capiscono mode o tormentoni del momento.
Snitchare” (dall’ingleseto snitch, fare la spia”)
che i ragazzi usano quando accusano qualcuno di aver “spifferato
alle Forze dell’Ordine (in questo caso un professore, un genitore, ecc.)
cose che dovevano rimanere segrete.
Il significato di “Shippare” invece risulta essere più complesso:
si tratta di una abbreviazione della parola inglese “relationship”,
interpretata però nel senso di “vedere bene assieme due persone”,
immaginare che possano avere una relazione”.
Molto simile è il termine “Crush”:
sebbene la sua traduzione fedele sia “schiacciare, stritolare, frantumare”,
ha un significato molto più romantico,
definendo chi ha la famosa “cotta” adolescenziale.
Trigger”, invece, indica un qualcosa (un gesto o un’affermazione)
in grado di “infastidire”, “disturbare”.
E poi ci sono “Slay” mutuato dallo slang d’oltreoceano,
che letteralmente significa “uccidere”,
ma che per la Generazione Z è un complimento
e vuol dire “Bravo, hai fatto un buon lavoro!”.
Bro”, diminutivo di “brother, fratello”, usato per dire “amico stretto”).
Amo”, contrazione di “amore”, utilizzato però soprattutto dalle ragazze
con le migliori amiche, ma anche nella coppia tradizionale.
Tra cringe, boomer, trigger e shippare il vocabolario della Generazione Z
è ormai una nuova lingua.
Per 2 giovani su 3 è TikTok il social dei trend, anche per le parole.
Probabilmente questi termini a molti adulti diranno ben poco.
Oppure, se hanno contatti con adolescenti o giovanissimi,
li avranno sentiti dire di sfuggita, senza comprenderne il significato.
Eppure si tratta di parole, insieme a molti altri neologismi,
da tenere bene a mente se si vuole “tradurre” una generazione intera,
perché, ormai, fanno parte del linguaggio di milioni di ragazze e ragazzi.
I nuovi termini riescono anche ad amalgamarsi con i dialetti regionali.
In fondo è comprensibile,
visto che molte persone adottano un linguaggio creativo
senza neanche rendersene conto.
Solo una minoranza lo usa in modo mirato.
Se si pensa all’utilizzo dello smartphone e dei social,
come ad esempio Tik Tok e Youtube,
è facile rendersi conto di come i dispositivi elettronici
hanno decisamente caratterizzano una generazione
e di come riescano ad influire anche sul processo linguistico.
Il mondo del lavoro e le risorse umane dovranno essere sempre pronte
alla trasformazione che avviene nel linguaggio.
I candidati saranno persone tecnologicamente più sviluppate,
con un modo di pensare e lavorare molto diverso da quello attuale,
che saranno in grado di offrire una visione del mondo che mira al progresso positivo.

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