Cari lettori e appassionati di musica Urban
siamo entusiasti di presentarvi la quattordicesima intervista
della nostra nuova rubrica,
Saturday Cafè,
che Vi accompagnerà ogni Sabato su queste pagine
per esplorare il mondo affascinante della scena Urban
e delle sue brillanti menti artistiche.

Prima di iniziare questa avventura emozionante,
vogliamo fare un tuffo nel passato
e ricordare la versione 2020 di Saturday Cafè,
trasmessa in diretta sui nostri canali social.
Per chi abbia perso le puntate live,
abbiamo preparato qualcosa di speciale per Voi.
Abbiamo creato una playlist esclusiva su YouTube
che raccoglie tutte le emozionanti trasmissioni passate.
Il nostro intento è quello di raccontare attraverso le loro parole
le Storie, le Sensazioni e gli Obiettivi
degli artisti che stimiamo di più nel panorama Urban.
Il format è studiato intorno a sei domande
che verranno poste di volta in volta
ai vari artisti che intervisteremo.
Lasciando loro libertà di tempo e spazio
senza nessun filtro e nessuna censura.
L’artista di oggi è Tulvio, artista Rap della scena calabrese.
Originario di Serra San Bruno e membro attivo della Crew “CalibroTerrone“.
Domanda 1:
Raccontaci in modo approfondito la tua storia nel mondo della musica.
Qual è stato il punto di partenza del tuo viaggio artistico
e quali sono state le tappe significative lungo il percorso?
Condividi con Noi le sfide, i momenti di crescita personale e le esperienze
che ti hanno plasmato come artista.
Risposta 1:
Il mio approccio alla musica è stato,
come per tutti visto il periodo in cui la fruizione iniziava ad essere più semplice,
abbastanza precoce.
Ma tralasciando tutto quello che non ha a che fare con il mondo Rap,
vi faccio capire quali sono state le prime contaminazioni
che fecero scattare la scintilla per questo mondo.
Innanzitutto tutto, andando per gradi, io adoravo “Top of the pop’s”,
il programma che andava in onda il sabato pomeriggio su Rai due
e, nel 2003/2004, io avevo l’età di 8/9 anni
e mi ricordo rimasi abbastanza colpito dalla canzone “fuori dal tunnel” di Caparezza.
Mi piaceva quel modo di esprimersi.
Qualche anno dopo fui colpito dalle stesse sensazioni ascoltando,
sempre in modo fortuito, dalle bancherelle con i CD rigorosamente masterizzati,
come ogni festa di paese che si rispetti, da Fabri Fibra.
In quegli anni tutti siamo stati investiti dalla sua musica, era ovunque.
Da qui inizia la consapevolezza.
C’era un mio zio, che dal 2005 fino al 2009 circa,
riempiva per me i 4,7 giga dei DivX di musica.
Qui ci fu la svolta, conobbi i Rage Against the Machine, pura energia per me.
Da qui inizia la ricerca,
ero affamato e determinato da questo modo di espressione e dalle sonorità del Rap.
Fu fondamentale un mio caro amico che ne sapeva più di me, molto più di me.
Inizia ad ascoltare i Dogo, gli Articolo, Marracash, i Colle, i Cor Veleno e tanti altri nomi, non meno importanti, ma non voglio saturarvi con una lista.
Per farla breve questo è l’approccio che ho avuto con la cultura Rap da ascoltatore.
A 17 anni ho iniziato a fare freestyle in giro,
l’anno dopo andai ad una serata in cui rappava Inoki a Catanzaro Lido,
con i mezzi di fortuna della Calabria.
Quella sera riuscì a fare freestyle,
in questo modo conobbi Slang, Cikorita, Zarra, Zia Brook, i miei modelli,
i miei punti fermi.
A volte penso se non fossi mai andato a quella serata
come sarebbe stato il mio percorso musicale.
Loro mi hanno accolto subito, da quel momento.
Continuerò a parlarvi di questo nelle prossime risposte (si le ho già sbirciate 😂).

Domanda 2:
Siamo curiosi di conoscere il dietro le quinte del tuo nome d’arte.
Potresti condividere con Noi l’origine di questo nome
ed il motivo per cui hai scelto proprio quello?
Quali significati o simbolismi sono legati a questo nome
ed in che modo si riflette nella tua musica e nella tua identità artistica?
Risposta 2:
Questa sarà di certo una risposta molto breve.
Il nome Tulvio non è stato scelto da me, mi è giunto e mi è rimasto fino ad oggi.
Era il periodo in cui frequentavo la scuola media
e c’era un mio amico che storpiava i cognomi, allora il mio da Tucci divento Tulvio.
Ancora oggi non ne capisco il nesso, ma ormai è più mio questo soprannome
che il mio stesso nome.
Quando poi iniziai a fare musica e a dover scegliere un nome d’arte,
lasciai Tulvio, ero chiamato così ormai da tutti in paese e da diversi anni.

Domanda 3:
La carriera musicale è quasi sempre influenzata in modo significativo dalla crew,
dal gruppo di provenienza e dalla città di nascita.
Vorremmo saperne di più sulla tua crew e sul modo in cui avete lavorato insieme
per raggiungere i vostri obiettivi comuni.
Raccontaci delle dinamiche di gruppo, delle esperienze condivise
e di come vi siete supportati reciprocamente nel percorso musicale.
Risposta 3:
Sarà strano ma io non ho mai fatto un lavoro in studio di crew.
Come dicevo in precedenza,
sono stato accolto fin da subito nella CALIBRO TERRONE CREW da Cikorita e Slang.
Anche se ci siamo più volte trovati tutti in studio,
non abbiamo mai fatto qualcosa insieme,
ma questo non vuole assolutamente dire che non ci fosse la mentalità da crew.
Nel mio profondo so che all’inizio io non ero al loro livello
e quando ci sono arrivato ognuno aveva già impegni esterni
che lo tenevano occupato a tempo pieno.
Ho comunque collaborato individualmente con entrambi,
con Slang tra l’altro è da pochissimo che abbiamo fatto uscire qualcosa di nuovo.
La CALIBRO non è più attiva, ma, piccolo spoiler,
stiamo pensando ad una cosa tutti insieme per la prima volta.
Ho comunque ricevuto molti stimoli e supporto dalla crew
e non solo, sarà che ero il più piccolo, o uno dei più piccoli nel 2014,
ma i nomi che potrei fare sarebbero molti
e non di componenti di una crew,
ma di persone che nel tempo sono diventate miei amici e questo vale di più.
Non sono mai entrato a far parte della SCRATCH YOUR MIND in modo ufficiale,
ma mi sono sempre sentito della famiglia
(e non solo perché ho esplorato tutte le loro case e loro la mia),
ed era così, una famiglia.
Una grande e sballata famiglia.
Mi viene da ridere a pensarci, ho collaborato anche con loro separatamente,
mai come crew.
Ma quello che mi fa scattare il sorriso sono le giornate e le serate
passate insieme come una crew.
Le mie collaborazioni ed i miei lavori con loro
sono tutti live, tutti in giro,
che sia CALIBRO TERRONE, SCRATCH YOUR MIND, BRIGANT FIGHTER
e molto ancora.
Poi per la Città di nascita c’è poco da dire,
chi di voi sa dove si trova Serra San Bruno (VV)
saprà anche che neanche per un’idea o una cultura è facile arrivarci.
Ma io sono riuscito a far radicare un po’ di Hip Hop anche qui.
Per il resto i miei stimoli e le persone che me li hanno procurati li ho trovati fuori,
ma ho riportato parta di quello ho vissuto anche qui.

Domanda 4:
Il tuo ultimo lavoro ha suscitato grande interesse e apprezzamento
da parte del pubblico.
Ci piacerebbe saperne di più su questo progetto.
Potresti condividere con noi qualche dettaglio speciale
e raccontarci eventuali aneddoti o curiosità legati alla sua creazione?
Quali sfide hai affrontato durante il processo di realizzazione
e cosa rende questo lavoro così unico nella tua carriera?
Risposta 4:
Il mio ultimo lavoro è un Mixtape al quale ci sono molto legato,
il suo titolo è SOBRIA EBBREZZA.
È un titolo che scelsi leggendo un “dissing” tra Girolamo e Agostino (i santi si).
Ma non per una questione di fede,
è quello che ho scelto di fare come mestiere che mi porta a conoscere anche questo.
Non saprei dire se ha riscosso successo,
per certo so che alcuni brani sono piaciuti molto
e sono contento di notare che delle volte mentre mi esibisco live
ci sono delle persone che ne conoscono le parole.
È un passo importante per me quello fatto con SOBRIA EBBREZZA per due motivi:
il primo è che sicuramente non l’ho scritto in un periodo roseo e si sente,
anche per via del fatto che avevo deciso di allontanarmi dalla scena,
cosa non facile per chi ricorda la quantità e la qualità degli eventi rap nella regione
dal 2014 al 2018 (anno in cui lo scrissi).
Secondariamente è stato il lavoro in cui mi sono espresso meglio, fino ad ora,
e mi ha fatto capire, tramite gli altri, quanto stessi migliorando nella scrittura
(qui farei un panegirico lunghissimo su come adesso non freghi più a nessuno
della scrittura ma ci si sofferma su quella specie di lamentele autotunnate
in cui si vantano da soli. Mi permetto: fate che siano gli altri a vantarvi).
Per adesso è l’unico lavoro che sento mio,
perché ancora non ho sentito registrati gli altri.
Ops. Spoiler cazzo.

Domanda 5:
Sappiamo che gli artisti sono costantemente alla ricerca di nuove ispirazioni
e di nuovi progetti da realizzare.
Potresti darci un’anteprima esclusiva del tuo prossimo lavoro?
Quali sono le idee e i concetti che stai esplorando
in questa nuova fase della tua carriera?
Ciò che ci puoi svelare ci permetterà di avvicinarci ancora di più
alla tua visione artistica.
Risposta 5:
Questo sembra essere un anno veramente florido per il mio processo creativo.
Infatti il mio nuovo lavoro è fresco di pubblicazione, è un Ep,
che per un gioco di parole degno di veri intenditori ho deciso di chiamare “Ending”.
Immagino già qualcuno/a dire “Complimenti per l’Ep Ending”, mi fa sbellicare.
Diffidate comunque dal nome, non è affatto un “finale”, anzi…
ma torniamo a noi Io non sono una persona che scrive molto,
le mie ispirazioni non ho capito bene ancora da dove arrivano,
ma finché ci sono non scenderò a fondo per capirne la provenienza.
A dire il vero quest’anno (ma non scrivevo da quattro anni) ho due progetti in canna,
uno è quello di cui parlo sopra in cui ho collaborato principalmente con vari produttori,
l’atro progetto è bello grosso e sicuramente molto importante per tutti quanti,
non solo per me.
È qualcosa di straordinariamente impegnativo ed impegnato, non di certo banale,
a cui sto lavorando con un produttore,
è il nostro primo progetto in grande sia da solisti che in coppia,
quindi qui ci sarà solo lui come produttore e io che, da buon Virgilio,
accompagnerò i molti Dante che ci saranno all’interno.
Mi tappo la bocca, non vi dirò più nulla!

Domanda 6:
Per La Stanza Dei Fantasmi la tua conoscenza
è stata un importante punto di riferimento nel corso degli anni.
Vorremmo sapere qual è stata la tua esperienza di collaborazione con Noi.
Come descriveresti i rapporti con il team
e in che modo ti ha supportato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi artistici?
Ci piacerebbe conoscere le sensazioni che provi collaborando con Noi
e come questa collaborazione ha contribuito alla tua crescita.
Risposta 6:
Per quanto mi riguarda io vivo di underground,
anche perché quando non milito al suo interno come artista sono un archeologo.
Ma scherzi a parte,
penso veramente sia una parte importantissima ed identificativa nella mia vita.
Ringrazio di non aver gettato la spugna davanti alle avversità che si presentano
in questo mondo dell’underground,
sono contento che voi ci avete creduto anche più di me e che ora, amicizia a parte,
siamo sullo stesso carro, voi da promotori e distributori,
io come persona che affida a dei professionisti, ribadendo, amicizia a parte,
i propri lavori.
Bisogna riconoscere i propri limiti,
ma soprattutto la bravura degli altri
e LA STANZA DEI FANTASMI ha i requisiti per rispondere a quello di cui avevo bisogno.
Insieme si costruisce qualcosa di buono, e questa è una realtà da non sottovalutare.
Vi abbraccio amici miei, grazie e a presto!
Salvatore, perchè per Noi Tulvio è l’Amico Salvatore,
rappresenta un Rapporto che da professionale
si è trasformato in amicizia.
Molto del Nostro trascorso in Calabria ha visto lui sempre al Nostro fianco.
Dai tanti Live ed Eventi siamo passati a condividere tempo nel Nostro studio.
Ci sono cose che vanno oltre i semplici fatti cronologici,
ma che ti accompagnano sempre nel Percorso di Crescita.
Sempre.


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