Officina Sonora dal 2014

Saturday Cafè: AL DUBONE

Cari lettori e appassionati di musica Urban
siamo entusiasti di presentarvi la sesta intervista della nostra nuova rubrica,
Saturday Cafè,
che Vi accompagnerà ogni Sabato su queste pagine
per esplorare il mondo affascinante della scena Urban
e delle sue brillanti menti artistiche.

Prima di iniziare questa avventura emozionante,
vogliamo fare un tuffo nel passato
e ricordare la versione 2020 di Saturday Cafè,
trasmessa in diretta sui nostri canali social.
Per chi abbia perso le puntate live,
abbiamo preparato qualcosa di speciale per Voi.
Abbiamo creato una playlist esclusiva su YouTube
che raccoglie tutte le emozionanti trasmissioni passate.

Il nostro intento è quello di raccontare attraverso le loro parole
le Storie, le Sensazioni e gli Obiettivi
degli artisti che stimiamo di più nel panorama Urban.
Il format è studiato intorno a sei domande
che verranno poste di volta in volta
ai vari artisti che intervisteremo.
Lasciando loro libertà di tempo e spazio
senza nessun filtro e nessuna censura.

L’artista di oggi è Al Dubone, artista Reggae Dub.
Originario del Trentino Alto Adige che vive a Vienna
e membro della Crew Second Shape Project“.

Domanda 1:
Raccontaci in modo approfondito la tua storia nel mondo della musica.
Qual è stato il punto di partenza del tuo viaggio artistico
e quali sono state le tappe significative lungo il percorso?
Condividi con Noi le sfide, i momenti di crescita personale e le esperienze
che ti hanno plasmato come artista.
Risposta 1:
Sono sempre stato affascinato dalla ritmica e dalle percussioni.
Fin da bambino ho sempre sognato di suonare la batteria,
per questo ho colto ogni occasione per imparare

i fondamenti tecnici di questo strumento
(forse una delle poche cose utili imparate a scuola)

😂

Non avendo la possibilità di avere una vera batteria a casa,
ne ho sempre create di “artigianali” e mi esercitavo suonando su basi Hip Hop
(il mio primo vero amore musicale).
Vista la mia innata passione per la ritmica,
non credo l’Hip Hop sia stata una scelta casuale:
la tecnica di inventare rime e incastrarle perfettamente sul beat
dei famosi rapper americani mi ha spinto a scrivere testi
ed a cercare di imitare il flow dei masters di questo stile musicale.
Anche non avendo nessuna base di teoria musicale,
queste esperienze mi hanno permesso di allenare orecchie e mente
e quindi incorporare importanti nozioni,
di cui fruisco ancora oggi per le mie produzioni
(magari non sai spiegarlo da un punto di vista tecnico,
ma sai cosa suona bene e cosa no).
Da questo punto in poi, il mio viaggio musicale è proseguito
affianco del mio migliore amico, Massimiliano Emili
(oggi tecnico del suono, mixing and mastering engineer e producer).
Con lui ho scoperto la musica Reggae & Dancehall
e nelle infinite ore passate insieme scorrazzando per la città in macchina
mi ha insegnato come ascoltare una produzione
e quali fossero gli elementi che rendevano alcune tracce uniche.
Questi sono gli anni in cui ho accumulato la mia conoscenza di base.
Il vero sviluppo artistico è avvenuto quando mi sono trasferito a Vienna
per conseguire il dottorato di ricerca:
il passaggio da una piccola città dell’Alto Adige
ad una grande metropoli come la capitale austriaca
mi ha dato la possibilità di partecipare a infinite esperienze artistiche
e di conoscere tantissimi musicisti.
Il gruppo di amicizie che si è creato era estremamente multiculturale
e con questo gruppo ho iniziato a partecipare alle prime jam sessions.
Guardando indietro, questa è stata l’esperienza che anni dopo
mi ha spinto a diventare un produttore.
Durante le tantissime serate di musica ho perfezionato la mia tecnica alle percussioni
ed ho compreso l’importanza del bilanciamento dei suoni
in una composizione musicale. E poi e` arrivato il 2020…

😂

I lunghi mesi di lockdown durante la pandemia sono stati la scintilla
che ha fatto scattare il processo produttivo:
dopo un mese a casa a suonare un tamburo da solo,
ho pensato “sarebbe bello se ci fossero anche altri suoni”

😂

E qui è iniziato il processo che ha richiesto circa 2 anni di studio
per arrivare ad essere almeno soddisfatto di quello che stavo producendo:
a questo punto avevo ancora zero conoscenza di teoria musicale,
non conoscevo nemmeno un software per creare musica,

mixing e mastering non sapevo neanche cosa significassero.
Durante questi due anni, ho speso la maggior parte del mio tempo libero
a ricercare, informarmi, studiare e cercare di applicare
ogni nuovo concetto che imparavo.
La fortuna di avere un amico che fa questo di mestiere
ed ha quindi esperienza da vendere
è stato infinitamente importante per un rapido sviluppo:
inviavo a Max ogni singola produzione
e lo ringrazio ancora oggi per i suoi onesti commenti

😂

Chiaramente fa psicologicamente male sentire una sfilza di commenti negativi,
ma bisogna sempre pensare che ogni commento è uno step avanti
nel proprio sviluppo personale.
E la soddisfazione che si prova anni dopo quando il commento è
“Che bomba! Non ho veramente altro da consigliare” è impagabile.
A Vienna ho conosciuto anche il mio vero amore musicale:
la musica Dub, specialmente quando suonata su soundsystems (muri di casse).
Andare ad eventi dub (di cui ormai la città è piena)
non è solo un momento di festa per me,
ma è un momento di studio e di ispirazione
(la maggior parte delle mie produzioni prendono infatti vita
nei giorni successivi ad una massive o un festival).
L’ultima parte della mia evoluzione
è stata quindi quella di capire questo stile musicale in ogni dettaglio,
capire come le produzioni devono essere arrangiate e mixate per creare live dubs
e per suonare bene su soundsystems.

Domanda 2:
Siamo curiosi di conoscere il dietro le quinte del tuo nome d’arte.
Potresti condividere con Noi l’origine di questo nome
ed il motivo per cui hai scelto proprio quello?
Quali significati o simbolismi sono legati a questo nome
ed in che modo si riflette nella tua musica e nella tua identità artistica?
Risposta 2:

Vivendo all’estero, e soprattutto in una città multiculturale,
entro spesso in contatto con persone provenienti da ogni parte del mondo.
Quando conosci qualcuno, una delle prime domande che ricevi è
“Da dove vieni?”
e quando rispondi che sei italiano, la più comune reazione è
“Ah Italia! Pizza Pasta Mafia”😂
Ho voluto usare un nome d’arte che riflettesse le mie origini
e lo stile di musica che faccio,
associandolo a questo cliche` che il mondo intero ha dell’Italia.
E visto che uno dei simboli di questo clichè è Al Capone,
ho deciso di chiamarmi Al Dubone

Domanda 3:
La carriera musicale è quasi sempre influenzata in modo significativo dalla crew,
dal gruppo di provenienza e dalla città di nascita.
Vorremmo saperne di più sulla tua crew e sul modo in cui avete lavorato insieme
per raggiungere i vostri obiettivi comuni.
Raccontaci delle dinamiche di gruppo, delle esperienze condivise
e di come vi siete supportati reciprocamente nel percorso musicale.
Risposta 3:

Nel mio caso, più che di una crew parlerei di una hub,
cioè di un’entità dinamica, senza membri fissi
ed in cui ogni persona interessata può prendere parte, portare spunti o imparare
qualcosa da altri
Questa hub è nata con i Lemoni’s,
il gruppo di amici con cui le jam sessions sono iniziate.
Con alcuni di loro lavoro ancora oggi sulle mie produzioni.
L’hub ha preso poi una forma molto piu` definita insieme a Oldman e Ed Crain,
con i quali abbiamo fondato il Second Shape Project:
un punk, un rapper e un dub producer
che si uniscono per creare qualcosa di innovativo.
Diverse produzioni sono già uscite sotto questo progetto
e molte altre sono in preparazione.
Questo progetto è stato ciò che mi ha veramente introdotto
nella mentalità del produttore:
con EdCrain e Oldman ho avuto la possibilità di collaborare con altri artisti,
imparare a capire le esigenze di collaboratori
e del lavorare per realizzare un prodotto di cui tutti sono soddisfatti.
Per questo ringrazio infinitamente Oldman, il vero creatore di questo progetto,
ed Ed Crain per il grande contributo che ha apportato.
Il concetto di hub (o crew) è veramente importante per me:
il prodotto di due o più artisti che lavorano insieme
sarà sempre migliore e più interessante del prodotto di una singola persona.
Per questo ho sempre cercato di contattare altri artisti
e proposto di collaborare su alcuni progetti.
E ahimè all’inizio bisogna sempre contare con molti due di picche.
Il vero salto in avanti per la mia carriera vi è stato
quando ho avuto la possibilità di collaborare con Freeman Gye Nyame,
uno dei migliori dub vocalists di Vienna.
Il nostro primo singolo Run Tings
ha raggiunto in pochi giorni più di 20K visualizzazioni
e da li le richieste di collaborazione sono diventate molto più numerose.
Molte delle attuali collaborazioni sono internazionali
e principalmente con artisti sudamericani, come Dub Idren e Sista Kata.
La mia hub musicale e` sempre aperta,
quindi non esitate a contattarmi se le good vibes vi interessano

😉🔥🍀

Domanda 4:
I tuoi lavori hanno suscitato grande interesse ed apprezzamento da parte del pubblico.
Ci piacerebbe saperne di più sui tuoi progetti.
Potresti condividere con noi qualche dettaglio speciale e raccontarci eventuali aneddoti o curiosità legati alla loro creazione?
Quali sfide hai affrontato durante il processo di realizzazione e cosa rende questi lavori così unici nella tua carriera?
Risposta 4:

Per la maggior parte dei miei progetti,
l’ispirazione deriva dall’ascoltare musica dei miei artisti preferiti
(le mie due principali fonti di ispirazione sono Alpha Steppa e O.B.F)
e dal guardare sui social video di eventi dub:
specialmente in questo caso infatti,
vedere le persone completamente prese dalla musica che stanno ascoltando
mi catapulta nella scena, e mi fa comprendere gli elementi musicali
che rendono quel momento così unico.
A quel punto metto via il telefono,
mi siedo nello studio e comincio a produrre

😎.
L’aneddoto più particolare è forse quello riguardante la prossima tune
che uscirà a fine agosto: Right Now feat. Sista Kata.
Circa un anno fa ero su Instagram
e sono capitato su un reel di questa ragazza sudamericana con una voce formidabile.
Ho guardato un po’ il suo profilo
ed ho creato un riddim (equivalente di beat nella musica dub)
che riflettesse il suo stile.
Ho pubblicato un reel durante la produzione, gliel’ho linkato
e chiesto se fosse interessata a cantarci sopra.
Lei ha accettato ed ora finalmente abbiamo il risultato finale.
Be ready to hear this one

😎🔥.

Domanda 5:
Sappiamo che gli artisti sono costantemente alla ricerca di nuove ispirazioni
e di nuovi progetti da realizzare.
Potresti darci un’anteprima esclusiva del tuo prossimo lavoro?
Quali sono le idee e i concetti che stai esplorando
in questa nuova fase della tua carriera?
Ciò che ci puoi svelare ci permetterà di avvicinarci ancora di più
alla tua visione artistica.
Risposta 5:

Da Marzo di quest’anno sto lavorando ad un progetto open end
che consiste nel fare un release al mese.
Visto che ho un lavoro da 40 h alla settimana ed una vita sociale
e visto che per la carriera musicale faccio tutto da solo
(produzione, mixing, mastering, creazione delle cover art, produzione video, promozione)
alcuni mesi i tempi potrebbero diventare un po’ stretti.
Per questo mi sto dedicando a multiple produzioni in parallelo,
così da avere materiale pronto
anche per mesi dove altrimenti non riuscirei a pubblicare qualcosa di nuovo.
Questo progetto ha come effetto secondario positivo
l’avere molte nuove produzioni pronte per live sets,
che è il mio secondo progetto attuale.
Nella scena dub, ci sono due tipi di live performance:
selection (quello che in tutti gli altri stili musicali è definito djing)
e live dubbing.
Questo secondo stile si basa sul concetto di non avere un’unica traccia
della canzone che si riprodurrà,
ma nell’avere le singole stems della canzone separate nel live set
(quindi per esempio avere un canale del mixer per il kick, uno per lo snare,
uno per i piatti, uno per il basso, uno per la melodia principale, ecc)
e dall’usare il mixer come uno strumento musicale,
aggiungendo e rimuovendo elementi
e usando i classici dub fx
(spring reverb, delay, phaser, sirene).
Ogni live dub è una creazione unica,
che rende ogni evento una sensazione a se.
Io sono chiaramente per il live dubbing.

😎🔥🔥

Domanda 6:
Per La Stanza Dei Fantasmi la produzione, la distribuzione e la promozione della musica #Urban underground sono state un punto di riferimento nel corso degli anni.
Vorremmo sapere qual è un tuo suggerimento verso un artista emergente.
Com’è cambiato il mondo della “gavetta” e cosa significa oggi “Artista Emergente”?
Risposta 6:

Oggigiorno produrre musica è diventato molto più facile.
Mentre una volta erano solo i musicisti gli unici in grado di produrre musica,
oggi anche nerd informatici e gamers
possono produrre bangers pazzeschi grazie alle nuove interfacce informatiche,
che semplificano significativamente il processo di produzione,
come anche quello di mixing e mastering.
Ciò non significa che il tutto sia realmente facile:
come in ogni cosa, per essere fatta bene
bisogna conoscere al meglio gli strumenti del mestiere
(che esso sia uno strumento musicale o un plugin)
e per quanto riguarda la produzione musicale,
nessuno può inculcare la cultura musicale.
Ognuno è responsabile per l’allenamento delle proprie orecchie
ed è veramente importante comprendere che almeno metà del tempo investito
per la carriera musicale non deve essere produrre, ma ascoltare.
E soprattutto, ascoltare oggettivamente anche le proprie produzioni.
Ognuno di noi ha provato frustrazione ascoltando una propria produzione
che sembra una bomba, subito dopo ascoltato una tune di qualche big del genere
e realizzato di essere ancora moooolto lontano.
Questo non deve però portare frustrazione,
ma voglia di imparare, analizzare la traccia del big
e capire cosa la differenzia dalla nostra produzione,
ricercare soluzioni per migliorare il nostro mix/la nostra produzione,
chiedere umilmente consigli a persone che ne sanno più di noi, accettare critiche.
Nessuno è “nato imparato” e bisogna tenere in conto
che servono un determinato numero di ore (direi centinaia) per imparare un’arte.
Il tempo che si puo` dedicare giornalmente a questo processo
definisce quanto ci vorrà per arrivare all’obiettivo.
Ma il suggerimento più importante è: non pensate ai soldi.
Musica è arte, che fa bene al corpo e alla mente.
Arte può diventare un lavoro,
ma una persona dovrebbe cominciare a pensare a questa opzione
solo una volta che ha oggettivamente successo
ed un largo bacino di supporters.
L’esperienza si fa “aggratis”
perché solo aggratis molti vi daranno la possibilità
di prendere parte a progetti che arricchiranno il vostro curriculum
e vi renderanno un miglior artista.
Musica è sentimento, non un conto in banca.

Abbiamo voluto sempre ricercare e studiare
senza mai fermarci all’Apparenza ed alla Superficialità.
Il Nostro più grande Obiettivo, dal giorno zero,
è rappresentato dalla Voglia di espandere i nostri orizzonti
culturali e mentali.
Proprio questo principio fondante presente in ognuno di Noi
ha creato l’Opportunità per la Collaborazione con Al Dubone:
Persona splendida, prima che grande Professionista.
Chi fa della Musica una Passione totalizzante
portandola avanti con competenza e meticolosità
sarà sempre ben accetto nella Stanza.
Sempre.

Logo Nero Stanza

Lascia un commento