Cari lettori e appassionati di musica Urban
siamo entusiasti di presentarvi la terza intervista della nostra nuova rubrica,
Saturday Cafè,
che Vi accompagnerà ogni Sabato su queste pagine
per esplorare il mondo affascinante della scena Urban
e delle sue brillanti menti artistiche.

Prima di iniziare questa avventura emozionante,
vogliamo fare un tuffo nel passato
e ricordare la versione 2020 di Saturday Cafè,
trasmessa in diretta sui nostri canali social.
Per chi abbia perso le puntate live,
abbiamo preparato qualcosa di speciale per Voi.
Abbiamo creato una playlist esclusiva su YouTube
che raccoglie tutte le emozionanti trasmissioni passate.
Il nostro intento è quello di raccontare attraverso le loro parole
le Storie, le Sensazioni e gli Obiettivi
degli artisti che stimiamo di più nel panorama Urban.
Il format è studiato intorno a sei domande
che verranno poste di volta in volta
ai vari artisti che intervisteremo.
Lasciando loro libertà di tempo e spazio
senza nessun filtro e nessuna censura.
L’artista di oggi è Row, artista Rap della scena calabrese.
Originario di Petilia Policastro, solista e membro della Crew “Cani in Gabbia“.
Domanda 1:
Raccontaci in modo approfondito la tua storia nel mondo della musica.
Qual è stato il punto di partenza del tuo viaggio artistico
e quali sono state le tappe significative lungo il percorso?
Condividi con Noi le sfide, i momenti di crescita personale e le esperienze
che ti hanno plasmato come artista.
Risposta 1:
I primi passi verso la musica l’ho compiuti grazie ad un’altra disciplina dell’Hip Hop, ovvero, i graffiti.
Mi piaceva il contesto e lo spirito d’aggregazione che si respirava.
Fin da subito però mi appassionai al rap che era, e che è,
una colonna portante della mia vita che mi accompagna da sempre.
Inizio a scrivere i testi, che fino a quel momento
erano solo delle rime senza nessuna struttura.
Le mie prime pubblicazioni uscirono per dei contest online su Facebook,
da lì la voglia irrefrenabile di dire la mia.
Nel 2015 pubblicai un brano per un’etichetta discografica indipendente
che porto i suoi frutti, mi contattò un movimento Hip Hop di Roma
e qualche tempo dopo mi ritrovai ad esibirmi in un locale della capitale
e lì avvenne il primo contatto con un pubblico reale
e questo contatto alimentò ancor di più la voglia di immischiarmi nella musica.
Nel frattempo conobbi AntoGiò un altro MC
con il quale ho condiviso tanti momenti nella musica e nella vita privata,
uno dei fondatori insieme a me della nostra ex crew.
Nelle varie fasi della mia carriera musicale
venni in contatto con il mio futuro Producer di fiducia,
Andrea Cavarretta con il quale tutt’oggi collaboro attivamente
insieme anche ad AntoGiò.
Entrambi Petilini.
Da una parte un musicista, un Producer eccezionale,
dall’altra un Rapper formidabile,
fratelli con cui ho condiviso gioie, dolori, sorrisi, hit e palchi.
Vi consiglio l’ascolto di entrambi.

Domanda 2:
Siamo curiosi di conoscere il dietro le quinte del tuo nome d’arte.
Potresti condividere con Noi l’origine di questo nome
ed il motivo per cui hai scelto proprio quello?
Quali significati o simbolismi sono legati a questo nome
ed in che modo si riflette nella tua musica e nella tua identità artistica?
Risposta 2:
Il nome artistico non l’ho scelto,
per meglio dire non è stato un nome su cui ho ragionato all’infinito.
Scrissi una traccia, la registrai in camera e le diedi il titolo,
a quel punto quando dovevo inserire il nome dell’artista dissi Row Mc,
usai le prime due lettere del mio nome e la prima del cognome
stravolgendola in una double-v.
In seguito eliminai la dicitura ‘Mc’ perché ormai non era più usata da nessuno.
Quasi da subito la gente in paese iniziò a chiamarmi con l’appellativo di Row.
C’era chi l’utilizzava in modo “dispregiativo” per schernirmi
e chi invece per incoraggiarmi perché credeva in quello che stavo facendo.

Domanda 3:
La carriera musicale è quasi sempre influenzata in modo significativo dalla crew,
dal gruppo di provenienza e dalla città di nascita.
Vorremmo saperne di più sulla tua crew e sul modo in cui avete lavorato insieme
per raggiungere i vostri obiettivi comuni.
Raccontaci delle dinamiche di gruppo, delle esperienze condivise
e di come vi siete supportati reciprocamente nel percorso musicale.
Risposta 3:
Nel 2015 fondammo la “Cani In Gabbia Crew (C.I.G.C)” eravamo 4 mc’s.
In due provenivamo da Petilia,
uno dalla frazione del nostro paese e un altro proveniva da un paese limitrofo al nostro.
Eravamo noi 4 a muovere i passi in quel periodo, nel nostro circondario,
per quanto riguardava il rap.
Insieme abbiamo vissuto tante esperienze, positive e negative.
Facevamo live ovunque in Calabria,
le altre crew ci ospitavano alle serate e noi a nostra volta ospitavamo loro alle nostre. Abbiamo percorso insieme tanti chilometri,
affrontato diverse trasferte sempre con lo stesso spirito d’aggregazione.
Notti insonni chiusi nello studio di uno dei fondatori a chiudere tracce
o sperimentarne delle nuove, condividevamo davvero tutto, eravamo sempre insieme, dopo scuola o nei weekend.
Ad un certo punto la crew si ingrandì, eravamo in tanti,
troppi con idee ben diverse e forse questo segnò anche il declino
e la scissione della stessa.
Nonostante tutti i bei momenti le nostre strade si sono separate
e hanno preso direzioni diverse.
Con qualcuno ad oggi sono in buoni rapporti, ci sentiamo spesso telefonicamente,
ci supportiamo ancora e collaboriamo anche,
con altri non ci sentiamo più e forse qualcuno ha anche smesso di rappare.

Domanda 4:
Il tuo ultimo lavoro ha suscitato grande interesse e apprezzamento
da parte del pubblico.
Ci piacerebbe saperne di più su questo progetto.
Potresti condividere con noi qualche dettaglio speciale
e raccontarci eventuali aneddoti o curiosità legati alla sua creazione?
Quali sfide hai affrontato durante il processo di realizzazione
e cosa rende questo lavoro così unico nella tua carriera?
Risposta 4:
Il mio ultimo lavoro è stato distribuito dall’etichetta discografica “Orangle Record”,
ha suscitato sicuramente l’interesse di molti
soprattutto perché il titolo non è comprensibile a primo impatto
in quanto è un acronimo non comune.
Il titolo è ‘V.S.P’ che sarebbe ‘non Vedo, non Sento, non Parlo’
che tratta una comune tematiche odierna, ovvero,
quella del Gangsta rap, ma in toni per lo più ironici
schernendo quella fetta di rapper che parlano di crimini
che non hanno mai visto/fatto e denigrandoli perché si “snitchiano” da soli.
Il brano quasi un anno dopo la stesura vede la pubblicazione,
viene registrato, mixato e masterizzato nella La Stanza Dei Fantasmi da Lo Spettro.
Un gran lavoro di cui sono super soddisfatto.
Nel periodo che va dalla stesura del brano
a quando sono riuscito a portarlo in studio ne sono successe di ogni,
alti e bassi che hanno ritardato di quasi un anno la pubblicazione.

Domanda 5:
Sappiamo che gli artisti sono costantemente alla ricerca di nuove ispirazioni
e di nuovi progetti da realizzare.
Potresti darci un’anteprima esclusiva del tuo prossimo lavoro?
Quali sono le idee e i concetti che stai esplorando
in questa nuova fase della tua carriera?
Ciò che ci puoi svelare ci permetterà di avvicinarci ancora di più
alla tua visione artistica.
Risposta 5:
Al momento sto lavorando a rilento su alcuni brani,
il tempo sembra non bastare mai
ed è anche per questo che spoiler non ne posso rilasciare
se non che i Producer’s sono entrambi calabresi.
Le tematiche ed i concetti che sto sviluppando
sono per lo più provenienti da situazioni che ho vissuto in prima persona
e che mi hanno segnato.

Domanda 6:
Per La Stanza Dei Fantasmi la tua conoscenza
è stata un importante punto di riferimento nel corso degli anni.
Vorremmo sapere qual è stata la tua esperienza di collaborazione con Noi.
Come descriveresti i rapporti con il team
e in che modo ti ha supportato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi artistici?
Ci piacerebbe conoscere le sensazioni che provi collaborando con Noi
e come questa collaborazione ha contribuito alla tua crescita.
Risposta 6:
Penso che ‘La Stanza Dei Fantasmi’
sia comunque una parte fondamentali dell’Hip Hop Cosentino,
soprattutto perché in quegli anni eravamo in pochi a fare questo tipo di musica
e voi a Cosenza eravate fra i più acclamati e risaputi.
Personalmente mi sono sempre trovato a mio agio
e soprattutto motivato a registrare nel loro studio a Milano,
poi con Lo Spettro c’è un rapporto non solo lavorativo/musicale,
ma di rispetto personale e d’intesa su varie tematiche che va oltre alla musica
ed è anche per questo che con tanto piacere porto sempre i miei brani nel loro studio.
Siete i primi a supportare prima, durante e post realizzazione del brano,
tramite i vari social e la pubblicazione di post / di articoli dedicati all’uscita del brano.
Collaborare dopo 10 anni con Row è, sempre, ancora, un vero Piacere.
Amicizia e Stima alla base del Rapporto,
ma anche tanta Qualità del tempo speso insieme in Studio.
Dallo Studio di Cosenza a quello di Milano
sono state tante le sessioni che abbiamo condiviso e che vogliamo continuino.
Le Parole che ha usato nei nostri riguardi ci rendono consapevoli che
il Percorso intrapreso in una stanzetta tanti anni fa
divenuto poi un Progetto editoriale porta i suoi Risultati.
Noi ci siamo, Row pure.
Sempre.


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